Gli eredi
- Autore: Wulf Dorn
- Genere: Horror e Gotico
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Corbaccio
- Anno di pubblicazione: 2017
Mamma mia Wulf Dorn, è vero che la realtà è sempre più agghiacciante di qualsiasi invenzione, come affermi per primo, ma la scena che “sbatti” nelle prime pagine del nuovo romanzo è un vero film dell’orrore. Al confronto, quelli di Dario Argento facevano il solletico. “Gli eredi” è il titolo più recente (lo pubblica Corbaccio, nella collana Top Thriller, aprile 2017, pp. 312, euro 17,60) del tedesco Wulf Dorn, che ha lavorato per decenni negli ospedali psichiatrici, come logopedista e terapista di pazienti mentalmente disturbati. Ha cominciato a scrivere racconti ad appena dodici anni, ma è esploso relativamente di recente, col primo dei suoi thriller pieni di menti malate, “La psichiatra”, edito in Italia sempre da Corbaccio, nel 2012.
Orrore. E mistero. Sono nello scambio di informazioni tra lo psicologo Robert Winter e il criminologo Frank Bennell, poliziotto anziano prossimo alla pensione, due esperti della scienza che studia i lati oscuri del comportamento umano.
Una telefonata d’emergenza, alle 19.23, ha segnalato un incidente su una strada di montagna, a sessanta chilometri. Il pronto soccorso ha faticato a trovare l’auto e ad estrarre dalle lamiere la donna che la guidava, Laura Schrader, 32 anni, nubile, project manager in un’agenzia di marketing. Ha riportato lesioni alla testa, con lieve commozione cerebrale e indebolimento generale. Ha dichiarato di arrivare dalla vicina casa estiva dei genitori e che l’auto è intestata al proprietario di un piccolo supermercato in un villaggio. Tuttavia, non si capisce bene perché Frau Schrader stesse guidando la vettura di Boris Schumann, visto che tre giorni prima ne aveva noleggiata una.
Sul pavimento davanti al sedile del passeggero i soccorritori hanno trovato una vecchia pistola, una Luger 08, registrata a nome di un vicino di Schumann. Il caricatore è vuoto. Ha sparato almeno otto proiettili.
Sempre nell’auto, ecco lo shock:
“La bambina aveva otto anni. Era nel portabagagli dell’auto incidentata. Secondo il medico legale la ferita alla testa è stata causata da un colpo d’arma da fuoco”.
Un grosso calibro. La testa è ridotta in una condizione da sconvolgere anche chi è abituato alle immagini di morte.
Era la figlia del dottor Landers, l’uomo che ha effettuato la chiamata di soccorso, cognato di Laura, coniugato con la sorella maggiore fino a quattro anni prima.
Questo l’orrore. E il mistero? L’auto del dottore è davanti al supermercato del villaggio, con le portiere spalancate e le luci accese. Di lui nessuna traccia. E nemmeno degli abitanti del piccolo centro. Tutti scomparsi, nessuno escluso. Centosettantatré persone. Uomini, donne, bambini, anziani.
Più Landers.
È un ex distretto minerario, pieno di cunicoli sottoterra, ma non possono essersi dissolti nel nulla. Viene in mente l’analogia con un enigmatico episodio del passato, che Bennell riassume in poche parole. Nel 1872, il brigantino canadese Mary Celeste venne trovato senza nessuno a bordo, alla deriva verso lo Stretto di Gibilterra. Le vele erano spiegate. A bordo un gran disordine, l’impressione è che fosse stata messa a soqquadro.
Anche nelle case e per strada nel villaggio regna una gran confusione e non mancano tracce di sangue. Come se fosse scoppiata una rissa generale. Una foto mostra una lavatrice, con davanti un mucchio di panni per terra e una scatola di detersivo rovesciata. Una seconda raffigura una tavola apparecchiata. La tovaglia storta, i piatti, il cestino del pane, un vassoio, affettati, verdure e formaggio in terra, le sedie rovesciate.
L’unica che sappia cosa sia successo nel paese è Laura Schrader, ma evidentemente è più che scossa. È completamente traumatizzata. Ripete soltanto:
“là fuori c’è qualcuno che minaccia la vita di tutti noi”.
Va detto ancora che il titolo originale del romanzo è Die kinder (“I bambini”), qualcosa vorrà pur dire. E che Wulf Dorn, nella prefazione, tiene a spiegare che la vicenda principale è inventata, come pure i luoghi e i personaggi che vi si incontrano, mentre per quanto riguarda gli intermezzi gli piacerebbe poter sostenere che si tratta di pura invenzione, invece in ciascuna delle scene c’è un fondo di verità, perché si basano su avvenimenti accaduti nel corso dell’anno in cui ha scritto il romanzo. Sono sintesi di veri episodi di cronaca, tratti da articoli provenienti da tutto il mondo e che hanno per vittime dei bambini.
Wulf Dorn assicura che
“una delle esperienze più importanti nella vita di lettore e autore di storie oscure è che la realtà è sempre molto più agghiacciante di qualsiasi invenzione”.
Laura, parla, ma è confusa.
Attenti alle voci. Attenti ai “mostri”. Attenti a voi, dovunque siate, guardatevi da…
Gli eredi
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