Gli imprendibili
- Autore: Andrea Casazza
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2013
A un certo punto Genova sembrava il Far West, volavano pallottole come in un fumetto di Tex Willer, soltanto che i morti erano veri. Negli anni di volta tra i Settanta e gli Ottanta del Novecento si moriva e si viveva per un soffio in Italia, a Genova di più. A Genova, nell’anno del Signore 1980, i fuorilegge che uccidevano sotto la stella delle Brigate Rosse erano un piccolo esercito: settanta militanti; senza contare gli “esterni” al gruppo, fiancheggiatori e simpatizzanti, ogni Robin Hood di questo mondo ha la sua claque a fare il tifo per lui.
I “numeri” della colonna genovese delle Brigate Rosse erano numeri importanti, “numeri” che - come minimo - ti facevano guardare alle spalle: la mano armata della giustizia proletaria assomigliava molto a quella delle Parche, solo più ideologizzata: colpiva giudici, giornalisti, imprenditori, e poi persino gli infami del sindacato, gli operai che denunciavano: persone come Guido Rossa, ucciso per avere contribuito all’arresto di Francesco Berardi, scoperto a distribuire materiale BR nel cuore della fabbrica, la fabbrica dove lavoravano entrambi. Fino al 28 marzo del 1980 la banda genovese delle Brigate Rosse è accompagnata, come si dice, dalla leggenda: nessuno riesce a prenderli, tutti uccel di bosco con le pistole in pugno. Così quel 28 marzo 1980 lo sceriffo - generale Carlo Alberto Dalla Chiesa - decide di giocare sporco - à la guerre comme à la guerre - e ne massacra quattro, nel loro covo di via Fracchia, mentre stanno ancora dormendo.
Il primo “pentito” delle Brigate Rosse, Patrizio Peci, ha contribuito alla strage spifferando tutto, saltando il fosso dalla parte degli “infami”: gli verrà rapito, quindi giustiziato, il fratello. Questa è la fine che fanno i parenti dei delatori.
Le storie delle città a mano armata, più di trent’anni dopo, somigliano a qualcosa che sta a metà strada tra i polizieschi del periodo (agguati, sparatorie, metropoli violente) e le spy story di Le Carrè. Il giornalista del “Secolo XIX” Andrea Casazza ce ne regala una di queste spy story all’italiana, vera dalla prima all’ultima pagina, com’è stata vera la lotta armata durante la notte della Repubblica: la storia riguarda proprio le Brigate Rosse dell’area genovese, il gruppo di fuoco per antonomasia: quello più duro, impenetrabile, compatto, feroce, dell’eversione di sinistra.
“Gli imprendibili” è la ricostruzione minuziosa di una lotta senza quartiere, seguendo la scia di sangue lasciata sulle strade dai brigatisti ma anche i colpi bassi e le montature di Stato messe in atto per arginarla: come quella che portò in carcere una quindicina di militanti dell’estrema sinistra genovese con l’accusa – infondata – di militanza BR.
Un volume poderoso (quasi 500 pagine) che si legge d’un fiato e con attenzione, indispensabile per comprendere “dal di dentro” e senza pregiudizi una delle vicende più controverse della storia degli anni di piombo.
Costa 25 euro e lo pubblica (con merito) DeriveApprodi.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Gli imprendibili
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