Gli occhi di Fellini
- Autore: Rosita Copioli
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2020
Rosita Copioli, poetessa e saggista, pubblica un saggio di notevole pregio intitolato Gli occhi di Fellini (Vallecchi, 2020), in cui, con uno stile poetico, raffinato e preciso, racconta aneddoti e non sul grande regista Federico Fellini.
Qual era la sua più grande attrattiva come uomo? L’autrice pensa agli occhi di Federico Fellini, di cui si pregia di aver ricevuto conoscenza diretta. Come erano?
“Neri, o castano scuro, grandi e come bovini. Ma l’aggettivo di Era per i Greci fu boopis, “occhi di vacca” o “bovini”. Questi occhi dell’animale taurico che la sua fronte accentuava nella tenaglia delle sopracciglia, bastavano a se stessi.”
Occhi penetranti, che sorridevano guardando, con aria sorniona:
“Avevano la proprietà delle nuvole di raddensarsi e di oscurarsi, di schiarirsi e di rarefarsi nella luce, diventando luminosissimi e radiosi.”
Ribadisce, comunque, che i suoi occhi restano un mistero, a cui nessuno può avere accesso. Occhi che si illuminavano quando parlavano di libri e di letteratura, verso i quali “aveva un amore di avventure fatali”.
Fellini possedeva una collezione di libri che alla sua morte è stata data in beneficenza e che esprimono tutta la personalità poliedrica del grande regista. Per giungere, poi, a una visione onnicomprensiva dei suoi film. L’autrice è particolarmente abile nel dialogare con il suo interlocutore, soprattutto quando parla di cinematografia. Ma che cosa era un film per Fellini? Era per sua stessa ammissione:
“Per me il film inizia il giorno in cui metto un annuncio sui giornali, per far sapere che sto cercando delle persone. E aspetto. […] arriva allora una lunga processione, pazzi e pazze, volti, corpi, un naso, una cravatta, un piede."
Un saggio preciso, di grande fascino. Un ritratto a tutto tondo non soltanto del regista Fellini, ma anche e soprattutto dell’uomo in quanto tale, colui che dialoga con la donna come se fosse un fratello maggiore, disquisendo su qualunque argomento: il soprannaturale, l’amore per Jung, l’inconscio e l’inconoscibile, il sogno, i miti greci, l’arte e la letteratura. Un libro che lo stesso Piero Citati così definisce:
“Un meraviglioso ritratto di Fellini, una toccante rievocazione di Rimini, una storia del cinema, e della civiltà italiana nell’ultima guerra e, di scorcio, una storia del mondo.”
Un saggio per gli amanti del regista, dei suoi film, e anche dello stesso personaggio umano. Di grande poesia e di ottimo impatto narrativo, sofisticato e ricercato. Non per tutti, però.
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Un libro perfetto per...
Adatto a chi ama il grande regista, ma anche a chi voglia conoscerlo più in profondità.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Gli occhi di Fellini
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