Gli ultimi giorni di Smokey Nelson
- Autore: Catherine Mavrikakis
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2016
La scrittrice Catherine Mavrikakis, di madre francese e padre greco, è nata a Chicago ma vive e insegna a Montréal, nel Canada francofono.
Il suo forte e denso romanzo “Gli ultimi giorni di Smokey Nelson” (Keller, 2016), scritto in lingua francese, è tuttavia molto americano e del sud degli Stati Uniti ci restituisce un’immagine di grande e spaventosa intensità.
Siamo nel 2008 e quattro storie, con quattro diversi protagonisti, raccontano un pezzo di società americana con una profondità a tratti davvero inquietante.
C’è un uomo, nel braccio della morte del penitenziario di Charlotteville, in Georgia, che diciannove anni prima, nel 1989, ha sterminato senza ragione una famiglia di bianchi in un motel: una giovane donna, Samantha, suo marito Howard e due bambini di pochi anni.
Smokey Nelson, allora meno che ventenne, aveva confessato il suo atroce delitto, riconosciuto da una testimone, Pearl Watanabe, una cameriera del motel che prima si era fermata nel parcheggio e aveva fumato due sigarette con il giovane nero, non potendo immaginare che poco dopo avrebbe spalancato la porta di una stanza nel quale si era consumato l’orrore puro, ad opera di quello stesso ragazzo piacevole e sorridente.
Ecco allora che l’autrice, con grande perizia narrativa, costruisce le quattro storie che girano intorno a quella terribile vicenda facendole incrociare con quella di Smokey, la cui esecuzione, dopo anni di rinvii, è ormai imminente.
Il giovane Sydney Blanchard, coetaneo di Smokey, all’epoca del delitto era stato trovato nelle vicinanze del motel maledetto ed accusato ingiustamente. Aveva temuto di non poter affermare la propria innocenza e solo la presenza della testimone bianca l’aveva scagionato. Ora, molti anni dopo, sta viaggiando con la sua cagna bianca, Betsy, da Seattle verso New Orléans, per raggiungere i vecchi genitori, la cui vita era stata devastata dall’uragano Katrina, che aveva raso al suolo i quartieri più poveri della città. In un lungo monologo, con la cagna unica compagnia, Sydeny rivede la sua vita, il fallimento delle sue aspettative di divenire un nuovo Jimi Hendrix, il musicista mitico a cui somiglia e di cui va a visitare la tomba: Sydney era nato lo stesso giorno del grande Jimi e forse il destino lo avvicina anche a Smokey, che sta per essere ucciso con un’iniezione letale.
Pearl, invece, la testimone, aveva lasciato la città di Atlanta dopo il processo e la condanna di Smokey e aveva raggiunto con la figlia Tamara le isole Hawaii, dove era nata. Ora da anni vive sola ad Honolulu, lavorando in un grande albergo, facendo jogging, in un contesto e un clima che le corrispondono. Sua figlia Tamara, però, che vive a Chattanooga con marito e due bambini, ha nostalgia di sua madre e la vorrebbe vicina, ora che Pearl è prossima alla pensione. Per questo le ha mandato un biglietto aereo, perché passi un mese con lei e la sua famiglia, ma quel caldo agosto è il mese in cui Smokey verrà ucciso e il passato rimosso si riaffaccia violento nella mente della donna.
Infine la storia di Ray Ryan, il padre di Sam, la donna uccisa con la sua famiglia: un uomo legato ad una religiosità bigotta e violenta, patriarca di una setta di razzisti, legati al passato e alla Confederazione sudista, come se il tempo non fosse trascorso e ci si trovasse ancora ai tempi dello schiavismo e dello strapotere dei bianchi... Lui e il figlio Tom, un guerriero violento, stanno per raggiungere il penitenziario dove finalmente assisteranno all’uccisione del loro nemico, assassino negro dei loro familiari innocenti, perché l’America sia ripulita dal marciume dei neri e dei violenti attraverso al pena di morte, invocata come punizione divina.
Il romanzo dà poi voce allo stesso Smokey, che in prima persona racconta le ore, i minuti, i cibi, le bevande, le persone che incontra, la telefonata alla madre, tutto ciò che precede la morte, che l’uomo finisce per vivere quasi come una meta agognata, dopo anni vissuti nel chiuso di un penitenziario di massima sicurezza.
Catherine Mavrikakis ci mette di fronte a un’America complessa, difficile, sconvolta non solo dal dramma delle Torri Gemelle, ma anche da una storia, quella del Sud, che non ha avuto ancora la sua pacificazione: razzismo violento, neri ancora segregati nei quartieri tugurio delle grandi città, predicatori di un Dio razzista e sessuofobo, sostenitori accaniti della pena di morte, uomini armati pronti a fare fuoco su chiunque li disturbi, alcolismo, solitudine, miseria, ignoranza. Ecco il cocktail che con grande sapienza letteraria e con un linguaggio che si adatta in modo mimetico alle diverse situazioni la scrittrice mette insieme, costruendo una trama forte, che pone il lettore di fronte ad una realtà poco conosciuta, che solo talvolta la cronaca ci svela con raccapricciante evidenza: mentre i personaggi del libro camminano lungo strade tortuose che li porteranno verso una fine ineludibile, sta per essere eletto Barak Obama, il presidente nero delle grandi speranze. Speranze per lo più destinate ad infrangersi, sembra, eppure il romanzo ci apre scenari inediti, esamina situazioni e contesti sociali sui quali dovremmo riflettere, mentre gli Stati Uniti si preparano ad una nuova sfida elettorale che coinvolgerà nelle sue conseguenze, speriamo non drammatiche, l’intero pianeta.
Gli ultimi giorni di Smokey Nelson
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