Handel e un destino perverso - Carl
- Autore: Michael Edenborg
- Genere: Musica
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2015
Musica, vita, passioni e pulsioni di Georg Friedrich Handel (1685-1759)
Ero Handel, non sono nessuno. Questo è il mio racconto di immoralità e bellezza.
Un incipit che si fa notare, nonostante il solare ermetismo. Ai chiarimenti necessari provvederà comunque il resto delle 332 pagine di “Händel e un destino perverso” (Edizioni Imprimatur, 18 euro), romanzo al tempo stesso raccapricciante e bello, romantico e istruttivo, riconosce l’autore, Carl-Michael Edenborg, esperto di alchimia e appassionato di erotismo. O anche viceversa… Se durante la lettura vi capita di rabbrividire, ridere o piangere, sono più che soddisfatto, aggiunge lo scrittore svedese, anche critico, editore e storico delle idee.
Sì, il protagonista è Georg Friedrich Händel, di Halle, grande musicista tedesco del Settecento, un uomo che agli occhi dei contemporanei appariva solitario, obeso, avido e collerico. Una caricatura dell’epoca indugia a rappresentarlo come un maiale introverso. Della sua vita non si raccontano particolari interessanti o banali, tanto meno scabrosi. Niente di niente, tutto molto lontano da quanto Edenborg ha voluto fantasticare in questa biografia narrativa del maestro sassone. La musica di Händel lo ha sempre profondamente emozionato. Per questo, dice, ha voluto figurarsela tutt’altro che convenzionale qual era. L’ha intesa come un’esistenza aliena, piena di ombre, di contorsioni, elettrizzata da una scossa continua, eccentrica rispetto a quella piatta e ordinaria nella realtà.
Da bambino, l’inquieto Georg narrativo addomestica cavalli di legno, una testa equina montata su un bastone, contento che obbediscano al minimo cenno e dice di voler fare da grande il direttore d’orchestra, perché è il creatore del mondo. Questo fin quando non scopre che la musica la scrive un compositore e che l’altro si limita a dirigere gli strumenti che la eseguono. Ecco, allora, quello che avrebbe fatto: dominare i suoni. Ma un padre autoritario, burbero medico ubriacone, gli nega il permesso, considerando l’arte musicale una bassezza. Proprio questo divieto fa crescere a dismisura nel ragazzino la passione per la musica, la vera unica ragione di vita e vita stessa.
Il genitore muore, non rimpianto, mentre il Friedrich di Edenborg cresce in un pianeta familiare femminile. Però non sono le donne – che, anzi, lo terrorizzano -a popolare i suoi sogni adolescenziali: vede svolazzare esili fanciulli efebici. E con un rasoio si autoinfligge ferite sanguinanti, ricavandone un piacere erotico.
A diciassette anni è organista nel duomo luterano. Diventa tutt’uno con lo strumento e quello diventa parte di lui. Si completano. Si innamora dell’organo, pur limitandosi a chiamarlo solo amico, mai amore mio. Ma non è ancora Händel.
È la volta del primo contatto col teatro dell’opera di Amburgo. Resta deluso, la gente sembra non capire che la musica apre le porte dell’aldilà. Meglio così, altrimenti non sarebbe mai diventato Händel.
La sua prima rappresentazione è un successo, l’Almira, ma sente di aver bisogno di voci particolari per le sue composizioni. Acute, straordinarie, uniche. Gli occorrono i castrati, le star dell’epoca. Capricciosi, costosissimi, non certo belli. I sopranisti di Händel sono grassi e attratti solo dal cibo. Capponi, con voci di alabastro.
Diventa amante del granduca di Toscana Gian Gastone e lo segue a Firenze, continuando a comporre. Lo lascia per uomini ancora più ricchi e potenti. Raggiunge Roma. È ospitato e amato da due cardinali e un marchese, fa in tempo a subire violenza sessuale da una grassa soprano prima d’essere convocato a Napoli dal vicerè Grimani. L’ossuto anziano lo riceve a letto, circondato da dieci ragazzini.
Si assiste a manifestazioni di potere assoluto e di sesso smodato: un cantore castrato allattato da una matura regina polacca in esilio; macellai con lame affilate che creano le voci d’angelo, ma solo uno su cento dei preadolescenti evirati diventa un usignolo, gli altri restano eunuchi di scarto.
Violenze, relazioni omosessuali, innamoramenti, tormenti carnali evocati dalla passione intellettuale di uno scrittore per la musica sublime di un compositore. Il Messiah barocco consacrerà chi era stato Händel, angelo e demonio, dio straordinario della musica e cattivo ragazzo.
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