Hotel Florida
- Autore: Amanda Vaill
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2016
Che libro interessante, documentato, pieno di notizie inedite e di personaggi conosciuti solo in modo superficiale, quello che la scrittrice americana Amanda Vaill, con il titolo “Hotel Florida”, ha pubblicato per Einaudi con la traduzione attenta di Federica Oddera. Quasi cinquecento pagine, molto difficili da riassumere, quelle nelle quali viene raccontata la Guerra Civile in Spagna, dal luglio 1936, per tutti i tre sanguinosi e drammatici anni fino all’aprile del ’39, quando Francisco Franco, vittorioso sui repubblicani aiutati dall’URSS e dalla brigate internazionali, pone fine alla guerra siglando insieme a Germania Nazista, Italia fascista e Giappone il patto anti-Comintern.
Il titolo originale completo del libro, Truth, love and death in the Spanish Civil War, però, spiega meglio ai lettori che vogliano avventurarsi nella complessa storia raccontata nel libro come i sei personaggi principali, di cui si segue la vicenda, intrecciata strettamente con quella della guerra, siano stati dei veri protagonisti in eventi di cui poco sappiamo, e poco ricordiamo. Sulla copertina del volume sono riprodotte le foto delle tre coppie le cui storie, d’amore e morte, sono al centro della puntigliosa ricostruzione dell’autrice.
Arturo Barea, di origini modeste, madrileno, sposato e padre di quattro figli, con un’amante imperiosa, decide allo scoppio della Guerra di schierarsi per la Repubblica e seguendo le sue inclinazioni per la scrittura e la comunicazione, si trova a dirigere un’agenzia al centro di Madrid, nel palazzo della Telefònica, da cui partono i dispacci dei giornalisti stranieri: lui sarà il censore di tali messaggi, e con lui presto ci sarà una comunista austriaca, bella e fascinosa, Ilsa Kulcsar, prima solo collaboratrice, viste le sue competenze di poliglotta e le sue conoscenze in diversi ambienti politici, poi i due si innamoreranno e, a dispetto dei tragici avvenimenti che si susseguono, resteranno insieme. A Madrid giungono anche, come inviati fotoreporter, Robert Capa, pseudonimo di Anfré Friedmann, un ebreo che fugge dal pericolo nazista che sta dilagando nell’Europa dell’Est, e la giovane ebrea polacca Gerta Pohorylle, anche lei desiderosa di fotografare la guerra che si stava svolgendo in Spagna. Lei si chiamerà Gerda Taro, farà coppia professionale e sentimentale con il giovane e ancora non affermato fotografo, e insieme saranno sul campo di battaglia, soffrendo, vivendo le fasi più drammatiche del conflitto fino a che la coraggiosa Gerda, “simile a una volpe pronta a giocarti qualche tiro”, mentre Robert era a Parigi ad attenderla, finisce stritolata da un cingolato dell’esercito franchista divenendo la vera icona della lotta impari dei repubblicani spagnoli. Terza coppia, certamente la più nota, quella dello scrittore Ernest Hemingway e di Martha Gellhorn: lui è deciso a tornare in Spagna per trarre ispirazione per nuove prove letterarie e pezzi di giornalismo di guerra, malgrado l’opposizione della moglie Pauline, che vorrebbe trattenerlo a Key West, dove ha un comodo studio, una barca da pesca, amici ed ammiratori. Hemingway però ha conosciuto la giovane e bellissima scrittrice ventottenne Martha Gellhorn, gambe lunghe e grande intelligenza, ed attratto da lei e dalle possibilità di “carriera” nella Spagna insanguinata, dove lui aveva scritto e vissuto negli anni Venti, parte in nave per il fronte e vive tra Parigi e le varie città spagnole, seguendo da vicino lo sviluppo di avvenimenti sempre più drammatici, anche se lui è erroneamente convinto che i franchisti non prevarranno. All’Hotel Florida di Madrid le tre coppie si intercettano in diversi momenti cruciali del conflitto:
“In quegli anni all’Hotel Florida imparavi tante cose quante a girare il mondo intero”
come afferma lo stesso Hemingway, un po’ spaccone, un po’ coraggioso, convinto che lo scenario europeo sta per cambiare. Di questo si convince presto anche Arturo Barea, che sempre più coinvolto nel rapporto con i giornalisti stranieri corrispondenti di guerra comprende che
“La guerra di Spagna aveva assunto i contorni di un test sperimentale seguito con interesse da tutto il resto del mondo: chi riuscirà ad avere il sopravvento, i fascisti o i comunisti? Quali saranno le armi più efficaci, quelle della Germania o quelle della Russia?... Siamo condannati in partenza. Non possiamo vincere, ma dobbiamo combattere... In ogni caso pagheremo con il nostro sangue”.
La Guerra Civile spagnola divide il mondo, e le tre coppie protagoniste di questo romanzo-verità ne sono i testimoni più consapevoli ed esposti in prima linea. Nella lunga narrazione compaiono altri personaggi fondamentali di quegli anni: gli scrittori John Dos Passos, Scott Fitzgerald, Lillian Helmann, Dorothy Parker, André Malraux; il bombardamento di Guernica e il quadro di Picasso, giornalisti e militari, Stalin e Franco, e tanti personaggi minori, i soldati feriti e uccisi, i civili inermi e affamati, i volontari provenienti da tutto il mondo schierati dalla parte dei repubblicani, tranne gli italiani, alleati di Franco, ad eccezione di Randolfo Pacciardi, a capo della brigata Garibaldi. Le tre donne protagoniste, Ilsa, Gerda, Martha, tacchi alti e pellicce di volpi argentate, ma anche tute mimetiche e pronte a sfidare con le loro macchine fotografiche e i loro taccuini sangue, polvere, bombe e distruzioni, sono le figure più affascinante di questo lungo libro, dedicato a lettori forti, amanti dei retroscena della storia, quelli che non sono raccontati neppure dai libri di testo nei quali, ricordo, la Guerra Civile spagnola occupava non più che una breve pagina.
“Marzo 1939: si vedevano in tutti i cinegiornali e sulle pagine sbaffate di giornali e riviste i soldati sconfitti, gli uomini, le donne e i bambini prostrati e scoraggiati che arrancavano per le strade gelide, sotto le bombe e le raffiche di mitragliatrice dei caccia, incalzati alle spalle da un esercito che non avrebbe avuto nessuna pietà”.
La conclusione della tragedia spagnola coincide con lo scoppio, non casuale, della Seconda Guerra Mondiale. Gerda è morta, Ilsa con Arturo riparerà esule a Parigi e poi a Londra, Robert Capa proverà a raccontare con le sue ormai celebri foto altri fronti, sarà al D-Day a documentare lo sbarco alleato; Hemingway sposerà Martha, anche se il rapporto non è destinato a durare, ma dalla guerra di Spagna lo scrittore americano trarrà l’ispirazione di quello che forse è il suo più importante romanzo. Il primo marzo del 1938 il grande romanziere inizia a scrivere “Per chi suona la campana”, in buona parte autobiografico, dedicato a Martha Gellhorn; lei farà una notevole carriera come inviata su vari fronti di guerra, documenterà la liberazione del lager di Dachau e proseguirà per lunghi anni a documentare venti internazionali. Il libro si conclude con oltre settanta pagine di note, fonti, glossari, per permettere a chi vorrà approfondire il tema di studiarlo con strumenti adeguati. La lettura più superficiale ma non meno affascinante di questa storia vera in realtà sembra molto più che un romanzo, d’amore e morte: la pagina più intensa, quella della sepoltura di Gerda al cimitero parigino di Père Lachaise, dove lo scultore italiano Giacometti aveva accettato di scolpire la lapide commemorativa, e dove ad onorare la Giovanna d’Arco della sinistra c’erano Pablo Neruda, Louis Aragon, Tristan Tzara, Paul Nizan, testimonia il segno indelebile che la Guerra Civile spagnola ha lasciato nella storia della cultura europea.
Hotel Florida. Amore e guerra a Madrid
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