

Hypnos
- Autore: Gino Saladini
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sonzogno
- Anno di pubblicazione: 2019
Rodolfo d’Asburgo non si è suicidato nella camera da letto del castello di Mayerling, il 30 gennaio 1889. L’erede al trono dell’impero austro-ungarico è stato ucciso e con lui la giovanissima amante Maria Vetsera, baronessina appena diciassettenne. È un prologo di grandissimo impatto quello proposto da Gino Saladini e Vincenzo Mastronardi, nel thriller in costume fine ’800 Hypnos, pubblicato da Sonzogno nel 2019 (240 pagine).
Un gran giallo, dai toni forti e con passaggi perfino macabri, ma gli autori in tandem non sono giallisti di mestiere, sebbene pur sempre addetti ai lavori dal momento che la rispettiva professione non si allontana dalle scene del crimine e dintorni: Saladini è criminologo e medico legale, con un’antica vocazione per la scrittura e già due romanzi precedenti, per quanto lontani negli anni l’uno dall’altro (2004 e 2015); Mastronardi è psichiatra, criminologo clinico, libero docente universitario, ipnologo e si dedica alla scrittura con intervalli di tempo che vanno dal 2007 del saggio sui serial killer al 2018 della Storia d’Italia scritta con il sangue, in aggiunta a testi accademici su argomenti di natura criminologica.
Il romanzo. Davanti ai corpi nudi nel grande grande letto matrimoniale, Hypnos non impiega troppo a rendersi conto d’essere sul luogo di un’esecuzione. Le mani del principe sono state fracassate con una sedia, ha tentato di difendersi. Era destrimano, ma il colpo mortale è stato esploso a contatto con la tempia sinistra: per far sostenere che Rodolfo si sia suicidato, si dovrà alterare l’autopsia scrivendo che il foro d’entrata è a destra.
Certo che i sicari hanno agito con superficialità: forse non si vuole nascondere che sono stati assassinati, per ferire direttamente l’imperatore? A parere di Hypnos è inaccettabile una regia tanto proterva dell’Evidenzbureau, il servizio segreto austriaco di cui lui stesso fa parte da anni.
Cosa si agita in una Vienna bigotta e puritana e nella corte di Francesco Giuseppe? Vizi privati e pubbliche virtù, è così che gli autori descrivono lo scenario di una società che nasconde i guasti sotto i tappeti, sbandierando qualità etiche che non rispetta. Un tanfo di marcio sale dai livelli più alti dell’aristocrazia, dissimulato da profumi costosi. Le tracce di decomposizione morale sono coperte d’abiti eleganti e candidi manti d’illibatezza. Sotto traccia, la carnalità prorompe, trattenuta a stento dalle convenzioni. Non si contano i bordelli, anche di lusso, ma non c’è stigma sociale per i maschi che li frequentano, il biasimo è diretto solo alle donne che vi si vendono. Tra quelle della buona società, l’erotismo inappagato dà luogo a stati di tensione psicofisica, che in Francia il neuropsichiatra Charcot classifica come manifestazioni di isteria e cura con l’ipnosi.
È la tecnica adottata a Vienna da un promettente psicoanalista, il giovane Sigmund Freud, ma i clienti scarseggiano, mantenere la famiglia lo impensierisce e insigni clinici gli danno del ciarlatano, demolendo la sua autostima e la considerazione dei viennesi.
L’ipnosi fa paura, viola i recessi più nascosti della mente umana, rende indifesi, fa presente a “Sig” l’amico e collega Joseph Breuer.
La scomparsa dell’erede imperiale è gravissima, tutti sono scossi dalla tragedia di Mayerling e lo saranno sempre di più dalle imprese sanguinarie di un serial killer, che uccide prostitute e le “apparecchia”, creando complesse scene della mitologia greca. La prima, in un parco cittadino, è stata fatta trovare avvinta in un abbraccio alla statua di una ninfa, bocca a bocca, nude, sotto lo sguardo lascivo del tritone di una fontana.
Bellezza e orrore nello stesso luogo e nello stesso tempo, pensa il commissario Friederich Schwarz, ventottenne bello come un adone che ammira l’antica Grecia, per i frequenti viaggi col padre, collega del grande archeologo Schliemann. Con loro, la gemella Sabine, bellissima e chiacchierata. Scapolo Friederich, nubile lei: non si fa che sparlare, alle loro spalle, di qualcosa di torbido e inconfessabile tra fratello e sorella.
Psicopatologia, perversione, Sabine è in cura da Freud, ma c’è qualcun altro che vorrebbe prendersi cura di lei, qualcuno dotato di una personalità ipnotica, senza scrupoli e che pratica l’ipnosi, solo per scopi disumani e in modo estremamente pericoloso per il soggetto ipnotizzato.
Tra “Sig” e il rivale si scatena una sfida che ripropone sotto tanti aspetti quella tra il bene e il male, in un thriller ben scandito capitolo dopo capitolo, con personaggi descritti nei particolari, senza che questo rende il racconto più lento o noioso. La vicenda poliziesca procede spedita, con le indagini sulle prostitute messe in scena e, non trascuriamolo, sul caso Mayerling.
Schwarz non si ferma. E Hypnos, in tutto questo?

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