I fratelli Graviano. Stragi di mafia, segreti, complicità
- Autore: Salvo Palazzolo
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Laterza
- Anno di pubblicazione: 2022
L’ultimo libro di Salvo Palazzolo, nel suo sottotitolo di copertina, ne significa i contenuti: I fratelli Graviano. Stragi di mafia, segreti, complicità (Laterza, 2022). Salvo Palazzolo è giornalista affermato, inviato speciale de “La Repubblica”, occupatosi con successo della materia attinente la criminalità mafiosa.
Quest’anno è il trentesimo anniversario della strage di Capaci, cui fece seguito dopo appena 57 giorni la strage di via D’Amelio, in quel nefasto 1992. Ma dopo trent’anni, nonostante alcune sentenze divenute definitive, sono tanti i misteri, le opacità, i “pezzi mancanti”, come li ha chiamati lo stesso Salvo Palazzolo in uno dei suoi maggiori libri di successo: I pezzi mancanti. Viaggio nei misteri della mafia (Laterza, 2010).
Anche I fratelli Gaviano è un buon libro, ben documentato, come è costume dell’autore, che raccoglie anche aneddoti inediti, interessanti e di particolare rilievo. Si raccontano gli ultimi trent’anni attraverso un fil rouge che è quello dei fratelli Graviano. Sono questi Giuseppe e Filippo Graviano, capi mafia di Brancaccio, quartiere alla periferia di Palermo, arrestati ormai da quasi trent’anni, ma che ciò nonostante pare svolgano ancora un ruolo importante all’interno dell’organizzazione criminale, anche non proferendo verbo alcuno. E questo specie per Giuseppe Graviano, le cui dichiarazioni Salvo Palazzolo ha raccolto e riportate in cui si dice poco a quasi nulla.
Tra le cose inedite che si ritrovano nel libro, vi sono financo barzellette che però non suscitato alcuna ilarità servendo soltanto per mandare dei messaggi più o meno manifesti. E sui destinatari e sull’interpretazione di questi messaggi si cerca nel libro di dare delle spiegazioni e delle motivazioni. Al loro interno ci si trovano spesso indicazioni solo numeriche, ma tra le righe di queste bizzarre esternazioni si possono ravvisare delle forme di comunicazioni occulte e/o notizie da trasmettere all’esterno.
Si citano nel libro inoltre molti personaggi particolari che hanno svolto ruoli importanti, come nella vicenda dell’agenda rossa scomparsa di Borsellino, forse nelle mani degli stessi Graviano o di Matteo Messina Denaro. Occorre ricordare come i Graviano non solamente erano dei pupilli del boss Totò Riina, ma erano e sono molto vicini a Matteo Messina Denaro, latitante da anni, l’uomo più ricercato d’Italia con cui i Graviano hanno fatto affari per lungo tempo.
Pertanto questo libro non solo è la storia degli ultimi trent’anni, ma è una pubblicazione di stretta attualità che racconta cosa è la Mafia adesso e che cosa accade e pare non accadere. E ancora nel libro emerge una figura di un personaggio a cui Salvo Palazzolo dedica questa sua ultima opera che è Don Pino Puglisi. Come è noto, si tratta del parroco di Brancaccio che fu ucciso il 15 di settembre del 1993 proprio dai fratelli Graviano, che sentenziarono la morte di questo prete di periferia, un sacerdote che dava disturbo, fastidio.
L’autore ebbe modo di frequentarlo in gioventù, facendo parte della FUCI che raccoglieva i giovani universitari cattolici. Don Puglisi gli parlò del quartiere di Brancaccio che lui non conosceva, come pure dei fratelli Graviano, descrivendoli come una cappa per quel territorio. Don Puglisi venne ucciso e dell’indagine se ne occupò un giovane Sostituto Procuratore, Luigi Patronaggio.
Salvo Palazzolo, venuto a conoscenza di questo efferato omicidio, va a trovare il giudice Patronaggio e gli riferisce che mesi prima Don Puglisi gli aveva parlato dei Graviano di Brancaccio che fino ad allora erano dei perfetti sconosciuti, non essendo nemmeno ricercati e di cui si aveva solamente un vago sentore di presunta criminalità.
Il Giudice Patronaggio, riferisce come nel corso delle indagini sull’omicidio si ebbero come è solito dei depistaggi, quasi a denigrare e diffondere false notizie e informazioni. Ma ecco che dopo il sopralluogo nell’abitazione di Puglisi, ci si accorse da subito come vi erano raccolti dei libri impegnati, di Teologia, Pastorali… etc, da cui emergeva l’impegno incredibile che Don Puglisi metteva nel suo ministero all’interno della Curia palermitana. Ma ecco soprattutto mettersi in moto una rete di testimonianze senza precedenti con molti dei suoi ragazzi e con coloro che erano impegnati nel sociale nella sfera del mondo cattolico e quelli che avevano solamente il desiderio di migliorare il quartiere e renderlo vivibile. Infatti negli scantinati di alcuni edifici, si svolgevano lotte di cani, si spacciava droga, si trafficava con le auto rubate e con le armi in un clima di assoluta invivibilità e illegalità.
In questo quadro disastroso e di degrado ecco emergere la figura e la grande personalità di Padre Puglisi, con il suo spessore morale, culturale, cristiano nel senso più autentico.
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