I bambini indaco
- Autore: Clemens J. Setz
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2022
Clemens J. Setz, alter ego dello scrittore, è un insegnante di matematica presso il collegio Helianau, in Austria nel nord della Stiria. Questo istituto ha un particolarità: accoglie solo studenti affetti dalla “sindrome indaco”. Sono “bambini speciali” che provocano malesseri, vertigini, mal di testa, nausea a chiunque si avvicini a loro.
Setz, che è fin da subito turbato dai metodi educativi dell’istituto, decide di indagare su alcune strane sparizioni all’interno della scuola e, per questo, viene allontanato.
Più di dieci anni dopo, i giornali riportano la notizia di un clamoroso processo: l’insegnante Clemens J. Setz è stato assolto dall’accusa di omicidio.
Il suo vecchio studente Robert Tatzel, per qualche misterioso motivo non più affetto dalla sindrome indaco, non è però convinto e decide di indagare per dimostrare la colpevolezza di Setz.
Lo scrittore austriaco Clemens J. Setz, classe 1982, è sicuramente uno dei giovani scrittori più interessanti del panorama europeo. Il romanzo “I bambini indaco”, pubblicato in Austria e Germania nel 2012 e in Italia da La nave di Teseo nel 2022 con la traduzione di Francesca Gabelli, ha un debito verso la letteratura postmoderna, in particolare nei confronti dello scrittore Thomas Pynchon: Setz nutre lo stesso interesse dell’autore dell’Arcobaleno della gravità per le cospirazioni; mescola cultura alta, utilizzando termini del linguaggio della scienza medica e psicologica, a cultura bassa, facendo riferimenti alla musica, al cinema e alle mode; infine, come lo scrittore massimalista, ha un debole per le situazioni grottesche e stranianti.
Ma lo scrittore non si limita a riprodurre tecniche narrative e tematiche tipiche di una stagione letteraria ormai passata, egli infatti, consapevole della lezione dei suoi maestri, innova e attualizza.
Il romanzo alterna capitoli che seguono il punto di vista del Professore Setz, che hanno il passo del thriller, a quelli con il punto di vista di Robert, più introspettivi. Non solo: i capitoli dove seguiamo l’indagine del professore di matematica sono accompagnati da ritagli di giornale, foto, fogli di appunti accademici, pagine di saggi, lettere, ritratti. Questo aspetto multimodale è molto affascinante e coinvolge maggiormente il lettore nella ricerca.
Mentre in un primo momento il lettore è spinto a riporre fiducia nel professore, il solo consapevole delle condizioni di reclusione in cui vivono gli studenti del collegio, col susseguirsi delle pagine, conoscendo il punto di vista di Robert, iniziamo a dubitare di Clemens, il quale è descritto dal suo ex studente come un alcolizzato che sta per perdere il lume della ragione. Allo stesso modo, il personaggio di Robert suscita nel lettore sensazioni contrastanti. Egli, come gli altri bambini del collegio, è da un lato la vittima di un modello educativo criticato, ma dall’altro è anche responsabile di comportamenti antisociali, che feriscono chi gli sta intorno, e, essendo un ragazzo indaco, è pensato dall’autore per avere una mente diversa da quella di chi non ha mai sperimentato questa sindrome.
L’opera sembra partire dalla narrativa di genere, il thriller psicologico, ma il fine della narrazione è un altro, nessuna delle due indagini arriverà mai a compimento. L’obiettivo dell’autore è quello di toccare numerosi temi: approcci educativi, responsabilità sociale delle istituzioni scolastiche, disturbi del neurosviluppo, ricerca medica, genitorialità.
I bambini indaco
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