I cieli di Sandra Newman

La scrittrice bostoniana Sandra Newman, affermata negli Stati Uniti, pubblica ora in Italia il suo primo romanzo tradotto da Laura Berna con il titolo I cieli, in originale The Heavens, per Ponte alle Grazie (2019). La casa editrice riserva al libro una bellissima copertina, bianca e oro, decisamente fiabesca, in sintonia con Claudia Durastanti che giudica il libro “La prima vera fiaba del nostro millennio”.

Nell’anno 2000 si incontrano a New York due ragazzi: Ben, di origine indiana, vorrebbe fare il poeta, mentre Kate, anche lei proveniente da un altro paese, l’Ungheria, passa il suo tempo ospite dell’amica Sabine, una strana donna che ospita nel suo ricco appartamento a Manhattan tutti quelli che passano di lì, amici artisti molto stravaganti. Ma il vero fascino del libro sta nella doppia vita, onirica, ma che sembra molto reale di Kate, che oltre alla sua difficile esistenza con Ben all’inizio di questo millennio, vive intensamente a Londra, nel 1593. Si chiama Emilia è italiana, ha appena partorito una bambina, incontra tanta gente, tra cui un giovane poeta cupo e introverso, dal nome apparentemente banale, Will.
Nel corso dei numerosi sogni dai quali si sveglia sempre più confusa e stordita, incapace di capire chi sia lei veramente, Kate/Emilia si innamora di Will, che è William Shakespeare, con cui vive una esperienza intensa. Ma mentre il sogno di una gentildonna inglese di fine ’500 viene raccontato come una fiaba, la fiaba contemporanea è ben più drammatica. Mentre gli anni trascorrono, si arriva all’11 settembre, al crollo delle torri, lo spartiacque che segna il nuovo millennio e i nostri personaggi vivono in quell’incubo incapaci di trovare un senso ad una vita che appare sconcertante. Kate e Ben si sono lasciati, poi si incontreranno di nuovo e la loro vite, come quella degli altri personaggi che Sandra Newman mette in scena, prendono strade assurde, sfiorando follia e schizofrenia, amore e disperazione, eccentricità e disagio.

Il romanzo I cieli ha una bella scrittura, coinvolgente, colta, intrigante, ma il continuo passaggio d’epoca, se da un lato è il vero fascino dell’architettura del libro, a tratti appare troppo confuso e rischia di disorientare il lettore. L’originalità dell’invenzione narrativa resta comunque la cifra più saliente del romanzo, come l’amore per la poesia, che si respira in molte delle sua pagine.