I fiori non hanno paura del temporale di Bianca Rita Cataldi

Bologna, fine anni ’90. Corinna, protagonista di I fiori non hanno paura del temporale, e il suo mondo soffocante rinchiusi in una stanza, gli "Alice in Chains" in sottofondo. All’esterno, la sorellina Serena detta "Pootchie", la mamma Bruna, il marito Salvatore ("di nome e di fatto"), la nonna "dal sangue cocciuto", Donna Marzia, una vera e propria roccia e Marco Bosi, padre effettivo di Corinna, scomparso anni prima, ma la cui presenza è palpabile in qualsiasi momento.
A raccontare la storia è Serena che, ormai ventiquattrenne, è decisa a rimettersi in contatto con sua sorella - scappata di casa a soli diciotto anni - mettendo su carta tutti i suoi ricordi, i pensieri, i pentimenti, racchiusi in un romanzo, sperando che Corinna prima o poi lo legga.

Dopo la morte di Marco Bosi, a Corinna viene fatta recapitare una scatola contenente oggetti appartenenti a suo padre: un paio di forbici da barbiere; un taccuino di poesie; un libro usato; un biglietto del cinema e una bustina di zucchero.
Decisa a seguire gli indizi, Corinna, in compagnia di Serena e del suo ragazzo Bruno, decide di scoprire qualcosa in più su suo padre e su come conobbe sua madre Bruna, ma vengono alla luce dettagli poco piacevoli e, soprattutto, sorprendenti.
Corinna e il suo mondo, infatti, definito scherzosamente dalla nonna "Corinful" risultano impenetrabili, tanto che nessuno può avervi accesso, neanche quando la ragazza muore tre volte. La prima volta quando viene a conoscenza della morte di suo padre; la seconda quando Serena le sottrae il taccuino trovato nella scatola, lo porta in classe e dei bulletti lo scaraventano in una pozzanghera; la terza quando scopre che sua madre non le ha mai detto che Marco Bosi ha tentato di mettersi in contatto con sua figlia.
A vegliare su questa famiglia ci sono le zie ormai defunte, sorelle della nonna, che Serena immagina ridacchino beffarde dei loro guai.

Questa storia commuove, smuove, lacera e ricuce. La scrittura della Cataldi è profonda, scruta ogni cosa e torna in superficie, quando l’apnea si fa insopportabile. E il lettore non può che restare col fiato sospeso e morire tre volte.