I giorni del ritorno
- Autore: Louisa Young
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2017
“I giorni del ritorno” (Garzanti, 2017, titolo originale The Heroes’ Welcome, traduzione di Roberta Scarabelli) è il seguito del romanzo “L’inverno si era sbagliato” pubblicato dalla giornalista e scrittrice londinese Louisa Young nel 2011.
Londra, marzo 1919.
“Riley Purefoy non pensava molto alla guerra. Non ce n’era bisogno: era parte di lui”.
Il ventitreenne Purefoy era tornato dalla Grande Guerra riportando gravi ferite. Il giovane uomo aveva subito la ricostruzione della mandibola e non riusciva a parlare correttamente ma benché la menomazione fisica, Riley era ben dotato: un giovane robusto dai penetranti occhi grigi. Quel giorno di primavera il capitano Riley in uniforme e Nadine Waveney, con un abito da sposa fuori moda, si erano sposati mentre la città si mostrava sotto un’effimera fioritura. I due giovani, innamorati sin dall’infanzia, sapevano che non sarebbe stato facile iniziare il loro percorso di vita insieme. Riley aveva il viso pieno di cicatrici e doveva mangiare cibi morbidi e bere con una cannuccia d’acciaio. Nadine ancora non aveva capito come doveva comportarsi: né troppo compassionevole ma nemmeno troppo intransigente.
“La cosa più importante era che lei non diventasse la sua infermiera”.
Per i due sposi novelli, la loro prima notte di nozze non era stata di passione perché troppo preoccupati a pensare a come dovevano agire. Troppe parole taciute e non dette per imbarazzo e per paura di fare del male senza intenzione. Eppure l’ambizioso Riley, proveniente dalla working-class, e la determinata Nadine, nata in una famiglia benestante, erano uniti dalla forza di un amore vero in grado di superare ogni difficoltà.
“Lui e Nadine avevano un certo grado di potere”.
Testimone dello sposo era stato il trentatreenne Peter Locke, l’ex ufficiale in comando di Riley. il quale era stato riportato indietro dalla terra di nessuno dallo stesso Purefoy.
“Non sono riuscito a proteggere i miei uomini”.
Peter sentendosi in colpa per essere sopravvissuto al conflitto mentre tanti suoi soldati erano deceduti, beveva molto e non riuscendo a comunicare con il figlioletto di tre anni Tom e con la moglie Julia, si rintanava nel suo studio. A volte Peter andava con la mente al passato a quando aveva chiesto alla bella bionda Julia di sposarlo. Al pensiero della felicità ricordata Peter si era spaventato. Alla cerimonia era presente la cugina di Peter, Rose, capace infermiera che lavorava con abili medici per ridare volti nuovi e speranza ai reduci per i quali era arduo adattarsi alla vita dopo la guerra. A Rose si presentava l’opportunità di ottenere una borsa di studio in medicina. “Dottoressa Rose Locke”.
Per la redazione dei due coinvolgenti romanzi The heroes welcome e My dear I wanted to tell you Louisa Young si è ispirata alla nonna che lavorava come infermiera, nel periodo della Prima Guerra Mondiale, con i primi chirurghi plastici. “Mia nonna aveva scritto un diario”, ha dichiarato l’autrice in una recente intervista.
“Mi sono documentata leggendo di tutto: libri di memorie, biografie, poesie. Ho visto film, fotografie e ho ascoltato la musica di quegli anni”.
La scrittrice, con una prosa espressiva e vivida, pone l’accento sulle ferite dei reduci specialmente quelle psicologiche che risultano ancor più invalidanti e difficili da curare. Le donne che si trovano accanto ai sopravvissuti di tale crudele e devastante guerra combattono per aiutare i loro uomini a sperare in un nuovo domani.
“Ci sarebbe stato un futuro. Lo guardava con impazienza, con determinazione”.
I giorni del ritorno
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