I libri della tempesta
- Autore: Jorge Molist
- Casa editrice: Longanesi
- Anno di pubblicazione: 2013
“Promettimi che sarai libero”. Nel 1484 nel villaggio di Llanfranc nella costa settentrionale della Catalogna erano state queste le ultime parole di Ramon Serra rivolte al figlio Joan che l’aveva visto morire per difendere i suoi cari e il luogo natio assalito da una galea saracena. Invece era successo l’esatto contrario: dieci anni dopo il ragazzo era diventato un miserabile schiavo al remo colpevole di aver ucciso nel porto di Barcellona quel marinaio che aveva privato della vita suo padre. Condannato a due anni di schiavitù sulla Santa Eulalia, una galea appartenente alla flotta dell’ammiraglio Bernat de Vilamarì, signore di Palau e Bosa, “un tipo alto dagli zigomi prominenti e ben rasato”, Joan aveva giurato che non si sarebbe mai sottomesso e che non l’avrebbero mai privato della dignità. “Sarò libero padre mio. Lo prometto”.
Nelle ultime pagine del romanzo storico Promettimi che sarai libero pubblicato nel 2011 in Spagna (200mila copie vendute a pochi mesi dall’uscita) e nel 2012 in Italia, avevamo lasciato Joan nella sua nuova condizione di galeotto, mentre scrutava l’orizzonte del mare blu in direzione dell’Italia dove si trovava il suo unico, vero e grande amore Anna. Se nel villaggio di Llanfranc il mare rappresentava la libertà, ora la vasta distesa d’acqua stava diventando una prigione.
Nel sequel del volume, pubblicato da Longanesi nel 2013, la nave con l’equipaggio a bordo era pronta per salpare proprio per l’Italia diretta a difendere i territori spagnoli dai pirati e dai francesi angioini intenzionati a invadere il Meridione. Nella sua divisa da forzato prevista dal regolamento, attaccato ai ceppi, Joan era arrivato a pensare che remare quasi gli piaceva, perché la fatica fisica mitigava il dolore che provava. Non si sarebbe sottomesso, non sarebbero mai riusciti a privarlo della sua dignità, rifletteva Joan ricordando il suo maestro Abdalà che gli aveva rivelato che la vera libertà è interiore e che l’uomo poteva essere libero con il pensiero anche quando era fisicamente prigioniero. Seguendo la rotta verso la penisola italica, a Napoli lo aspettava Anna, la donna che doveva assolutamente ritrovare.
“Moriva dalla voglia di rivedere il suo viso e il suo sorriso”.
In Italia Joan sospettava che fossero state condotte anche sua madre e sua sorella rapite e fatte schiave dai corsari che erano poi gli stessi uomini della Santa Eulalia, i quali sotto il comando dell’ammiraglio Vilamarì praticavano la guerra di corsa facendo passare le navi per musulmane.
“L’odio per quell’uomo dissipava il terrore per il proprio destino”.
L’intelligenza, la cultura e la bravura di artificiere di Joan avevano catturato l’interesse e la simpatia degli ufficiali in quella grande casa galleggiante, una perfetta macchina da guerra dove l’equipaggio era la cosa più importante, e fondamentale era mantenere la disciplina, l’autorità e il rispetto delle gerarchie. Ma Vilamarì era al corrente che il forzato più abile della galea aveva scoperto chi fosse stato il responsabile della morte del genitore e chi avesse privato della libertà la sua famiglia. Mentre scriveva nel suo diario chiamato Il Libro della tempesta, come la tempesta che ruggiva nel suo cuore, e quando rileggeva durante la cena agli ufficiali L’Orlando Innamorato del Boiardo, poema nel quale per quegli uomini Orlando era il prototipo dell’individuo capace di combinare in sé l’amante, il guerriero e l’intellettuale, Joan non scordava mai la promessa fatta al padre in punto di morte: “Prométeme que seras libre”.
L’autore catalano, vincitore del Premio Alfonso X per il romanzo storico, per redigere le avventurose peripezie di Joan Serra de Llanfranc che non mancheranno di catturare l’interesse del lettore, ha condotto una ricerca dettagliata e rigorosa. Sia gli eventi storici, quanto i nomi e le biografie di tutta quella galleria d’illustri personaggi che appaiono nel volume, si attengono fedelmente alle cronache di quel periodo.
“Dio ha messo nei nostri cuori qualcosa che ci permette di distinguere il bene dal male. Questa è vera giustizia”.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I libri della tempesta
Lascia il tuo commento