Promettimi che sarai libero
- Autore: Jorge Molist
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Longanesi
- Anno di pubblicazione: 2012
Un ragazzo lotta per la propria libertà e per quella dei suoi cari ricordando gli insegnamenti dell’amato padre Ramon che “aveva sempre creduto invulnerabile”. Diventato adolescente scopre la passione per i libri, per quel mondo “strano e meraviglioso” e “intimo e personale” giacché “i libri sono come le persone, hanno un corpo e un’anima”.
Questi sono i temi centrali del sesto volume di Jorge Molist, dallo stile coinvolgente, che in patria a pochi mesi dall’uscita ha venduto 200 mila copie.
Era l’alba luminosa di fine estate nell’Anno del Signore 1484. Il dodicenne Joan Serra nel suo ultimo giorno da bambino “sdraiato sul pendio della montagna” che sovrasta il piccolo villaggio di pescatori di Llafranc seguiva incantato il passaggio delle nuvole insieme al padre. La pace di quel momento fu interrotta dall’avvistamento di una galea che si avvicinava minacciosa da sud. “È una galea di quelle grandi, a tre cannoni! E issa bandiere verdi. Sono mori!”. Destino segnato per la maggior parte degli abitanti di Llafranc, perché “i corsari erano assetati di sangue”. Nonostante la strenua resistenza da parte dei pescatori la madre di Joan, Eulalia, fu fatta prigioniera dai pirati insieme alla figlia maggiore Maria, ferita a morte la piccola Isabel, ucciso Ramon “l’uomo più forte e intelligente del villaggio”. Si rivelarono profetiche le parole del saggio Ramon: “dal mare viene la vita, dal mare viene la morte”. Le ultime parole dell’uomo al figlio furono: “I gabbiani. Loro nascono liberi, mentre noi lottiamo per diventarlo” “Prométeme que seras libre”. Joan legato al padre dalla promessa solenne avrebbe fatto in modo di onorare l’esortazione paterna.
Joan e il fratello minore Gabriel, superstiti della famiglia Serra, furono condotti a Barcellona dal mercante Bartomeu Sastre e ospitati presso il convento Santa Anna. In questa città cupa era stato il sorriso di Anna Roig a dare il benvenuto a Joan e fu per il ragazzo “l’unica donna del suo universo”. Joan fu assunto come garzone nella libreria di Antoni Ramon Corrò, dove grazie agli insegnamenti del Maestro Abdalà, schiavo erudito che conservava dentro di sé la malia della sua terra d’origine, Granada, diventò un valente copista.
Il romanzo storico è un grande affresco della Spagna del XVI Secolo piena di tensioni sociali, come le rivolte dei remensas, servi della gleba che si ribellavano agli abusi dei loro signori feudali. Inoltre la Santa Inquisizione “alla castigliana” imposta da Ferdinando II d’Aragona, detto il Cattolico, aveva instaurato nella Barcellona del Quattrocento un clima di terrore fatto di delazioni anonime, processi sommari nei quali “non ci si poteva difendere e a volte non si capiva neanche di che cosa si veniva accusati” e il più delle volte gli accusati venivano condannati al rogo.
“Molti personaggi e dei fatti narrati nel romanzo sono storici e il racconto rispetta in modo scrupoloso le cronache del tempo”
scrive Molist, prima che il lettore venga conquistato dalle avventure di Joan Serra che ricordò sempre le parole di suo padre:
“Nessuno ti regala la tua libertà. Te la devi conquistare giorno dopo giorno, e con la forza delle tue braccia. Un uomo è responsabile della libertà sua e dei suoi familiari. Ricordalo bene figlio mio”.
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