I miglioratori del mondo
- Autore: Stefano Petruccioli
- Genere: Fumetti e Graphic Novel
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2017
Destrutturare il concetto di Utopia. Depotenziarne gli assiomi di purezza, necessità, veridicità tout court. Farlo secondo canoni deriddiani, passando dall’equidistanza speculativa come dai super-eroi della Marvel. Dalle distopie letterarie philipdickiane come dall’accezione del Grande Inquisitore dostoevskijano. E poi, ancora da Cristo, Tolkien, altri fumetti, letterature, tesi e antitesi, filosofie. È questa la sfida raccolta e superata di slancio da Stefano Petruccioli che col suo “I miglioratori del mondo. Utopia e democrazia tra letteratura, fumetto, filosofia” (Moretti & Vitali, 2017), si presta alla lettura con un librino dialettico, sbieco, a-dogmatico. E dunque a suo modo anche contro-tendente, politico. Tenuto conto che vede la luce in pieno quarantennale del Settantasette, per antonomasia anno di reiterati de-profundis utopico-sessantottini.
Il titolo parafrasa un testo di Herman Hesse (“Il miglioratore del mondo”), i capitoli risultano scattanti, il movente riassumibile - con le parole di Stefano Petruccioli stesso - in un articolato punto di domanda. Un punto di domanda che grava sulla speculazione novecentesca (sui suoi cascami ideologici e post-ideologici) come un macigno:
“Il dibattito sul valore dell’utopia resta evidentemente aperto: rappresenta un’inquietante proiezione totalitaria o mantiene una funzione positiva di tensione al cambiamento e critica dell’esistente, come un margine di gioco che è necessario ritagliare nel presente per progettare nuove realtà?”
Da qui l’esigenza di rifocalizzare il concetto di utopia. Di rivisitarlo alla luce delle (tante) zone d’ombra emergenti dal confronto con la storia, e la storia delle idee politiche. Accertato il fatto che il disegno utopico - luminosa rivelazione di un Padre munifico - è spesso degenerato nel suo surrogato distorto, antidemocratico, asfittico. La pars construens di questo libro? Va rintracciata nel “femminile”, magari guardando alle gesta neo-archetipiche della regina degli elfi Galadriel o della X-woman Psylocke. Perché no? Rispetto a certi grandi dispensatori di utopie a buon mercato, se non altro a guadagnarci sarebbe l’estetica.
I miglioratori del mondo. Utopia e democrazia tra letteratura, fumetto, filosofia
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Mi sembra che proprio le donne portino avanti l’utopia,altrimenti non farebbero figli.