I mondi
- Autore: Guido Mazzoni
- Categoria: Poesia
- Casa editrice: Donzelli
- Anno di pubblicazione: 2010
“I mondi degli altri che si incrociano col mio”, recita un verso di questo libro di Guido Mazzoni, intitolato appunto “I mondi” (primo libro di poesia dell’autore, allievo di Romano Luperini e docente di Letteratura Italiana all’Università di Siena, che ha già firmato importanti testi di critica letteraria). E questo contrasto tra io-altri, interno-esterno, verità-finzione, solitudine-comunione domina tutte le sei sezioni in cui è suddiviso il volume, che alterna brani in prosa (dal ritmo lento e meditato, intenso e introspettivo) a poesie dall’andamento narrativo e per lo più paratattico, che sembrano quasi svolgere la funzione di eco, di intensificato ribadimento alle asserzioni in prosa.
Versi e prose prendono spesso spunto da avvenimenti biografici: un’operazione subita nell’adolescenza, “la possibilità della mia morte... la marginalità del mio destino fra quelle porte a vetri”; il piccolo appartamento in periferia pagato con un mutuo che fa litigare i genitori; i coinquilini laboriosi contenti del poco che hanno; la commessa che ripete docilmente gli stessi gesti
“aderendo a ciò che le è accaduto, a ciò che è stato fatto di lei, come a un destino che è insensato contestare”
il figlio neonato esibito da una coppia amica, impaurita e fiera del suo nuovo, “irreversibile” destino genitoriale.
Ma pur partendo da esperienze personali, Guido Mazzoni sa fare emergere, con consapevole e compassionevole malinconia, la sua pacata riflessione su ciò che accomuna tutti gli esseri umani: un’esistenza di solitudine e incomunicabilità, di finzioni pubbliche e disperazioni private, di fallimenti personali e approdi finali che conducono al nulla:
“Non c’è un senso ma un infinito adattamento”, “ogni istante basta a se stesso/ e alle cose che ripete”, “nell’incredibile/ massa degli altri per cui non esistiamo. Oggi penso/ che l’essenziale non sia comunicabile,/ ma imploda al di fuori di noi”, “solo violenza al fondo delle cose”, “Ora so che non ha senso rompere/ la miopia che ci fa esistere”.
Estraneità, rassegnazione, sconfitta. Anche la poesia si orienta verso un’oggettivazione disincantata dell’esistenza, verso una sconsolata filosofia.
I mondi
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