I postromantici
- Autore: Carlo Mazzoni
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Salani
Quattro giorni di inizio settembre, quattro ragazzi convinti di potersi permettere qualsiasi cosa. Le speranze per la Biennale di Venezia, un matrimonio all’Isola Bella, le critiche alla moda di Milano e Parigi, gli intrighi dei palazzi di Roma, gli scandali delle grandi famiglie, la vera alta società fra l’Europa e New York. Le trame di potere per il controllo di una holding finanziaria, la Lemar, emblema del capitalismo corrotto ma competitivo, e una donna micidiale e irresistibile che muove molti fili. Un romanzo veloce, crudo e sfacciato, una fotografia del costume e della società italiana con il ritmo delle serie tv americane. Forse una critica all’inettitudine dell’odierna classe dirigente, sicuramente un attacco al conformismo e ai luoghi comuni delle ultime generazioni. (Note di copertina)
Nel panorama dei giovani scrittori italiani, Carlo Mazzoni, classe 1979, non sembra aver colto l’obiettivo di un meritato successo per il suo romanzo d’esordio dal titolo “I postromantici”. Anche se l’idea di raccontare un ambiente, la Milano della ricchezza, della nobiltà e della grande imprenditoria poteva essere originale, in realtà il risultato appare alquanto deludente. La storia, che si svolge nei primi giorni del settembre 2004, parla dell’attualità come in una lunga e noiosa soap opera. La Lemar, un grande gruppo impenditoriale, viene conteso tra tre famiglie e i loro giovani eredi: quattro amici, belli ricchi e spietati, viziati e ambiziosi, e due cugine, la bella Margherita e Frans, la sua anima nera. Le scorribande tra palazzi nobiliari, gallerie antiquarie, locali trendy, ville di famiglia in Versilia, un matrimonio blasonato a Stresa, sull’Isola Bella, sono il set dove si muovono i vari protagonisti e i loro comprimari, senza che mai nulla di ciò che si viene descrivendo nè i protagonisti dei fatti narrati riescano a divenire convincenti: l’atmosfera un po’ televisiva, le descrizioni di rapporti sessuali etero e omo fin troppo crude, la continua citazione di libri, scrittori, opere d’arte fanno del romanzo una specie di repertorio dannunziano senza però riuscire a raggiungere lo scopo di una bella pagina di letteratura.
Il linguaggio spesso velleitario, talvolta slegato, la trama troppo ingarbugliata nel tentativo di analizzare rapporti economici che ricordano i grandi scandali finanziari della recente cronaca giudiziaria costituiscono il limite di questo libro, la cui lettura risulta spesso faticosa. Se comunque l’intenzione dell’autore era quello di mostrare l’amoralità, la spregiudicatezza umana e sessuale, la miseria di una rampantissima e ultraprivilegiata classe che si propone come classe dirigente nella parte più sviluppata del nostro paese, allora il libro è riuscito perfettamente nel suo intento. Con la speranza che sia solo fiction!
I postromantici. Stagione uno
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I postromantici
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