I soldati piangono di notte
- Autore: Ana María Matute
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2023
Fazi nella Collana “Le strade” pubblica I soldati piangono di notte (2023, titolo originale Los soldados lloran de noche, traduzione di Gina Maneri) di Ana María Matute Ausejo (Barcellona, 26 luglio 1925 – 25 giugno 2014), edito per la prima volta nel 1964. Si tratta del secondo volume di una trilogia dopo Ricordo di un’isola (2021), che verrà tradotta integralmente da Fazi, redatto da una delle scrittrici più importanti del Novecento spagnolo, candidata più volte al Premio Nobel per la Letteratura, nel 1996 nominata membro della Real Academia Española e vincitrice di tutti i principali premi spagnoli.
Felice riscoperta quella della narrativa di Matute, che appare quanto mai significativa, moderna, attuale. Splendido il titolo, ripreso da un verso di una poesia di Salvatore Quasimodo, simbolico esergo di un trascinante romanzo che non lascia indifferenti.
“Il sole non era ancora tramontato e alcune barche di pescatori stavano uscendo in mare. Le donne stendevano le reti sulla sabbia, e l’acqua appariva calma, placida, come una bestia addormentata”.
La vita di Ana Maria Matute, nata da padre catalano e madre castigliana, venne influenzata dagli orrori della guerra civile spagnola, da piccola, la scrittrice fu testimone di odio, violenza, morte e miseria.
La guerra è spaventosa di per sé, e ne abbiamo percezione da ormai quasi un anno e mezzo, quando assistiamo dai Tg alle cruente e dolorose immagini che provengono dalla martoriata Ucraina. Figuriamoci una guerra fratricida, che oppone persone appartenenti alla stessa popolazione, una sporca guerra, interna a uno stesso Stato o Paese, dove le parti belligeranti sono divise in fazioni avverse. Ecco perché la guerra e le sue nefaste conseguenze è uno dei temi dominanti della produzione letteraria dell’autrice spagnola, tra le pagine dei suoi scritti, si evince la condanna più ferma per tutti i conflitti che colpiscono prima di tutti i bambini e gli esseri umani indifesi, fragili, oppressi.
In questo romanzo ritorna protagonista, come è accaduto nel primo volume della Trilogia, l’isola di Maiorca, amatissima e vagheggiata da Ana Maria Matute. Se in Ricordo di un’isola, l’io narrante di Matia, ormai adulta, ritornava con il pensiero agli anni trascorsi nella villa della nonna, nel romanzo I soldati piangono di notte, l’atmosfera struggente dell’isola è dominata da due persone sofferenti nell’anima: Manuel, uscito di prigione dopo un’accusa ingiusta di furto e Marta, “la donna di Jeza”, che non c’è più. Ed è proprio Manuel a comunicare alla donna la ferale notizia della morte di Alejandro Zarco (amici, conoscenti e persino nemici lo chiamavano Jeza), giustiziato in carcere. Da questo incontro, scaturirà la lunga, difficile e dura confessione di Marta a Manuel, presa nel raccontare la sua vita perigliosa, perché è proprio vero che: “Tutti espiamo colpe altrui”.
Né la Croce né l’infanzia bastano, il martello del Golgota, l’angelica memoria a schiantare la guerra. I soldati piangono di notte prima di morire, sono forti, cadono ai piedi di parole imparate sotto le armi della vita. Numeri amanti, soldati, anonimi scrosci di lacrime.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I soldati piangono di notte
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