Ricordo di un’isola
- Autore: Ana María Matute
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2021
Fazi nella collana “Le strade” pubblica Ricordo di un’isola (2021, titolo originale Primera memoria, traduzione di Maria Nicola) di Ana María Matute Ausejo (Barcellona, 26 luglio 1925 – Barcellona, 25 giugno 2014), edito per la prima volta nel 1959. Questo è il primo volume di una trilogia, che verrà tradotta integralmente da Fazi, redatto da una delle scrittrici più importanti del Novecento spagnolo, candidata più volte al Premio Nobel per la Letteratura, nel 1996 nominata membro della Real Academia Española e vincitrice di tutti i principali premi spagnoli.
“La guerra era cominciata da appena un mese e mezzo –, nel silenzio di quell’angolo dell’isola, in quel punto sperduto nel mondo che era la casa della nonna”.
Spagna. Estate 1936. Nell’isola di Maiorca, neanche l’eco della guerra civile arrivava e per questo a pranzo la nonna di Matia trascinava la sua sedia a dondolo fino alla finestra del salottino da lì, col suo vecchio binocolo da teatro incrostato di zaffiri falsi, teneva d’occhio il mare, dove non passava nessuna nave, dove non si vedeva nessuna traccia di quell’orrore che la famiglia conosceva solo per sentito dire dalla bocca di Antonia, la governante. Zia Emilia, il cugino Borja e Matia di quattordici anni, un anno in meno di suo cugino, sapevano di essere dei privilegiati, eppure, nell’ipocrita pace dell’isola, si annoiavano. Inoltre Matia si trovava lì contro la sua volontà, unica figlia di un vedovo che l’aveva abbandonata nelle mani di una vecchia domestica. Matia aveva trascorso qualche anno in un podere del padre, ipotecato, con la casa che cadeva a pezzi. La ragazzina era vissuta fra montagne e boschi incolti, circondata da gente ignorante e ombrosa, lontano da ogni forma di amore e protezione.
“Ti domeremo”, aveva sentenziato la nonna appena la nipotina era arrivata sull’isola a dodici anni. La madre era morta quattro anni prima, e la vecchia tata Mauricia era immobilizzata da una malattia. Ora l’onere e l’onore di crescere e educare Matia spettava alla nonna che si sarebbe presa definitivamente carico della nipote, cacciata dal collegio di Nuestra Señora de los Ángeles. Ma nel pieno delle vacanze estive era scoppiata la guerra civile.
“La calma, il silenzio e un’attesa lunga ed esasperante, nella quale all’improvviso tutti ci trovavamo immersi, agivano anche su di noi”.
Emblematica la vita dell’autrice, nata e cresciuta in una famiglia borghese, fin da piccola dotata di una grande immaginazione, la cui infanzia fu funestata dagli orrori della guerra civile spagnola e che pubblicò i suoi primi racconti all’età di sedici anni e il suo primo romanzo a ventidue. Un’autrice dalla grande sensibilità, da (ri)scoprire, i cui libri sono una denuncia contro tutte le ingiustizie della società, iniziando da quella più disumana: la guerra.
In questo romanzo di formazione, al cui centro vi è l’accattivante personaggio di Matia, l’isola di Maiorca, apparentemente quieta e bruciata da un sole selvaggio, nasconde una miriade di contraddizioni, dove il mondo degli adulti, esseri umanamente imperfetti, è osservato dallo sguardo critico di un’adolescente costretta a crescere in fretta. L’io narrante di Matia arriva nel cuore di ciascun lettore.
“E chi non sia stato, fra i nove e i quattordici anni, preso e portato da un posto all’altro, passando di mano in mano come un pacco, non potrà mai capire il mio disamore e la mia ribellione di quel tempo”.
Ricordo di un'isola
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