I sopravviventi
- Autore: Girolamo Grammatico
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2023
I sopravviventi di Girolamo Grammatico, edito da Einaudi quest’anno, è un romanzo breve, il cui protagonista è un giovane universitario che per mantenere i suoi studi da fuoricorso lavora presso un centro di accoglienza notturno per senza fissa dimora.
Uno degli argomenti cardine trattati nel libro di Grammatico è la vita da fuorisede, una “vita senza dimora”:
Per dimora si intende un luogo stabile, personale, riservato e intimo, nel quale ognuno di noi può esprimersi liberamente. Un luogo sicuro, ma soprattutto un luogo fatto di relazioni. Io sono le mie relazioni
Il nostro protagonista ha scelto di lasciarsi alle spalle la propria casa di Taranto per recarsi nella splendida Roma con lo scopo ultimo di frequentare l’università e conseguire una laurea in Sociologia. Le intenzioni erano delle migliori, ma il tempo aveva giocato con i suoi progetti spingendolo verso gli altri.
Nel suo vivere nella Capitale si era ritrovato a cercare un lavoro per mantenersi e lo aveva trovato presso quel centro. Trentatré euro all’ora, quello valeva il suo desiderio di far del bene a quelle persone che la società non vuole vedere.
Distribuiva bicchierini con schiuma da barba, bagnoschiuma, dentifricio, coperte e abiti di seconda mano donati dalla gente nei cambi di stagione perché troppo logori o appartenuti a familiari che avevano abbandonato la vita.
Si sentiva in empatia con quelle persone, nel suo desiderio di seguire gli insegnamenti delle Scritture. Aiutare la gente, aiutare chi in fondo gli ricordava sé stesso.
Lui un tetto lo aveva, certo, un luogo dove rifugiarsi nel giorno libero o dove tornare a fine turno. Ma non aveva gli affetti, era lontano in una città di cui conosceva pochi punti di riferimento e dove tutto girava intorno a quel centro.
Forse l’empatia è riuscire a vedere l’altro restando se stessi, chissà
Il rapporto tra la società e i più fragili viene descritto in queste righe:
Nel caso dei senza dimora l’invisibilità è un potere estrinseco, glielo addossiamo noi
Fragili. Così vede quelle persone abbandonate da tutti: ex detenuti, schizofrenici o uomini cui il tempo aveva rubato il denaro necessario per vivere una vita normale. Così capitava che il tempo rendeva normale trascorrere ore tracciando false differenze tra coloro che la società dichiarava essere capaci di vivere con una certa indipendenza la propria esistenza, e chi invece stava dall’altro lato della barricata, incapace di vivere senza aiuti. Moralmente e socialmente emarginati, allontanati da famiglie e amici, privi di rispetto e legami.
Così capitava che la famiglia di quelle persone fossero coloro che li aiutavano a vivere, dispensando beni di prima necessità, intessendo relazioni anche con chi tracciava un profondo solco di diffidenza e paura.
Capitava di dover aiutare qualcuno che un tempo era stato terrorista e ora in punto di morte e senza più nessun avere ricercava la propria famiglia, in uno stato diverso, lontano. A prescindere dall’opinione controversa della società. Perché nessuno è più abile della comunità a fingere di non vedere, a ignorare, a consapevolmente nascondere coloro che non rispecchiano la propria idea di persona capace di tenere le redini della propria esistenza.
Tra le righe emerge una critica viscerale alla nostra contemporaneità.
In un racconto che riporta eventi di diverse giornate, il nostro protagonista riesce a far emergere l’immagine della nostra comunità. L’attualità è così visceralmente legata alla vita di una persona che cerca di far del bene per aiutare coloro che è in grado di vedere come esseri umani e non come un problema.
Il punto di forza è che le vicende scivolano una dopo l’altra nella trama lineare di un racconto che mette in grande risalto le emozioni, interroga abilmente il proprio lettore ponendolo davanti alla realtà che spesso viene nascosta per semplice comodità.
La verità è che nessuna vita è moralmente inequivocabile
I sopravviventi
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