Identità
- Autore: Lucia Russo
- Categoria: Poesia
- Anno di pubblicazione: 2015
L’identità, cos’è l’identità? Basta una carta per descriverla o è necessaria una vita. La complessità sta sia nel definirla che nel costruirla, come scrive Luigi la Rosa, nella prefazione del quaderno di poesie della scrittrice Lucia Russo, appunto “Identità” (Algra, 2015), è proprio
“la poesia forse la chiave migliore per tentare di affrontare, indagare, interrogare questo tema complesso e fin troppo seducente”
Solo
“la poesia ci viene incontro scegliendo per noi una strada, inaugurando una direzione, indicando una traiettoria più o meno precisa fatta di parole, suggestioni, domande bellissime”
Questo in maniera eccelsa raggiunge Lucia Russo nella sua terza raccolta di poesie in cui esamina il tema dell’identità, la concezione cioè che un individuo ha di se stesso ma anche la concezione che hanno gli altri di noi stessi. L’identità per Lucia Russo non è mai del tutto definibile, fissa, statica ma è dinamica, si trasforma con la vita, si modifica con il tempo e si modella a seconda di chi incontriamo, cosa affrontiamo, dove andiamo. La ricostruzione di un’identità quindi avviene secondo la poetessa attraverso un cammino impervio edificato dalla solitudine, dagli amori corrisposti o non corrisposti, dagli amori appena nati o appena finiti, da profonde delusioni, da attenti scrutamenti dell’anima, da timori, da affetti familiari, da lunghi abbracci e altrettanti lunghi distacchi, da improvvise gioie e da inevitabili dolori e da incontri intensi con il creato. Le poesie di Lucia Russo squarciano l’anima e al contempo aprono la mente verso orizzonti ancestrali ben rappresentati dalle illustrazioni di Ktranti. Leggendo attentamente le quaranta poesie, divise in quattro capitoli, passaggi obbligatori nella vita per giungere a un’identità, mai netta, mai definita, ma sempre in itinere, in perfezionamento: - Contorni d’assenza, Nel filo degli altri, L’intorno, Cambiar pelle - ti incontri e ti scontri con te stessa. E in questo viaggio all’interno e al di fuori devi entrare e uscire da te:
“Errare, da tempo in tempo, da mente a mente da sentire al pensare. Inerme nel fermo di una pellicola immanente, nell’inceppo di un carillon silente. Insperata poi, l’agognata liberazione uscir da sé giunge salvifica a rivelazione scardina sbarre di preclusione al fluire omogeneo di un soffio che percepito in altri mi rende intera me”
Diario di una viaggiatrice tra luoghi e identità d'Abruzzo
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