Il Grande Viaggio
- Autore: Giuseppe Cederna
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Feltrinelli
“Questo è il Gange.” Una riga. “Al centro c’è Haridwar, da qui parte il pellegrinaggio principale e sempre sul fiume, poco più sopra, c’è Rishikesh – ashram e sadhu -, altra tappa obbligata. Qui c’è Dehra Dun, qui sotto, a dodici ore di treno – viaggerete di notte – Delhi.”. Una freccia. “E qui Mussoorie”. Un’altra freccia e un punto. “E questo è ancora il Gange con le sue confluenze. Ne metto solo una, Devprayag, la più importante. Qui c’è Uttarkashi e più in alto, fra le montagne, Gangotri, la sorgente del Gange. E qui ci sono anche i templi di Kedernath e Badrinath. Ecco. Più o meno, i luoghi e le posizioni sono questi. Anche i Pandava, alla fine del Mahabharata, vanno a cercare il perdono su queste strade verso l’Himalaya, le strade del mahaprasthan: il “grande viaggio”, la “grande partenza”. Siete fortunati, sarà un’esperienza bellissima”.
Queste le parole di un amico indiano del protagonista, prima della partenza nel novembre del 1999. Questo il programma del viaggio. L’esperienza si rivelerà davvero bellissima sebbene la fortuna nel finale non si presenterà, ma non è lecito darne alcuna anticipazione.
Ciò che conta davvero è questo “grande viaggio” verso le sorgenti del Gange, India del nord-ovest. Un pellegrinaggio tutt’oggi ancora molto sentito dagli hindu e che Giuseppe Cederna (attore e, dopo questo intenso viaggio, anche scrittore, romano del 1957) intraprende con alcuni amici.
A Nuova Delhi tutto ha inizio e il gruppo vi sosta per qualche giorno:
“E’ l’arrivo in Oriente. Ci vogliono giorni e chilometri per abituarsi. Per illudersi di non poterne più fare a meno”.
Il soggiorno nella capitale occupa la prima parte del libro, ma è nella parte centrale di questo vivissimo racconto che si apre la vista e si vedono il Gange con le sue Hills, le sue confluenze e l’Himalaya.
Basta citare il Gangaroti-Tapovan, un trekking mozzafiato verso la sorgente del fiume sacro Ganga: è uno dei dieci percorsi turistico-religiosi più belli del mondo e Cederna ce lo presenta a modo suo, con le sue introspezioni e le sue riflessioni, ma anche attraverso il suo attento sguardo poliedrico a quella natura tanto prodigiosa quanto ostile come lo può essere a 4.300 metri s.l.m.
Un susseguirsi di incontri multicolori con monaci, eremiti e povera gente comune: tantissime le orme che hanno preceduto il passo del protagonista, ognuna con la propria interiorità e motivazione. Qualche imprevisto (pur sempre previsto in un viaggio). Tanti i colori e i sapori.
Il paesaggio che muta in continuazione resta pur sempre l’assoluto protagonista di questo coinvolgente racconto di viaggio: prati verde smeraldo, pascoli, boschi, valli nascoste, fiumi cobalto, roccia, neve, ghiaccio, vette, creste, cieli stellati. Silenzio. Un piccolo fuoco, un rifugio improvvisato. Un anfratto nella roccia. Un giaguaro. Un’India insolita per nulla chiassosa, ma introspettiva, bucolica e vertiginosa. Un viaggio che stordisce per la sua intensità.
"Siamo nel posto più bello del mondo e non vediamo nulla. Incredibile vero? (...) Il mondo è qui".
La scrittura di Cederna è piacevole e omogenea, ricca di ricordi, sogni, riflessioni e varie citazioni (numerose quelle a “Kim” di Kipling) e impreziosita da qualche fotografia e dettaglio interessanti. Ci si mette subito in viaggio con l’autore, anzi, a dire il vero è uno dei quei viaggi che vorremo aver fatto e raccontato noi.
"Il Grande Viaggio" è stato pubblicato con Feltrinelli nella prima edizione del 2004 e successivamente con la seconda edizione del 2013. Ha ricevuto i seguenti premi: Premio Gambrinus "Giuseppe Mazzotti" per la letteratura di montagna; Premio Torre di Castruccio, sezione Cinema e Teatro; Premio Città di Gaeta.
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