Il Libro delle Due Vie di Jodi Picoult

Chi saremmo oggi senza le scelte che abbiamo compiuto? Una domanda che condiziona molti di noi e anche la protagonista de Il Libro delle Due Vie (Fazi editore, 2021, traduzione di Lucia Corradini Caspani), l’ultimo romanzo di Jodi Picoult, autrice bestseller.

Dawn Edelstein sopravvive a un incidente aereo e, nei pochi secondi che trascorrono dall’annuncio dell’assistente di volo a un atterraggio di fortuna da parte del velivolo, pensa e ripensa alla vita che non ha avuto: nella sua mente, infatti, torna il ricordo di Wyatt Armstrong e del sito archeologico in Egitto lasciato diversi anni prima.

“Per essere una che vive di morte, non ho pensato granché alla mia. Ho sentito dire che quando stai per morire, ti passa davanti in un istante tutta la tua vita. Ma non riesco a visualizzare Brian, mio marito, con il maglione inevitabilmente segnato dalla polvere di gesso delle vecchie lavagne nel suo laboratorio. E neanche Meret, da bambina, che mi chiede di controllare se ci sono mostri sotto il letto. Non vedo nemmeno mia madre, né alla fine né prima, quando Kieran e io eravamo giovani. Invece, vedo lui. Nitidamente come se fosse ieri, immagino Wyatt nel bel mezzo del deserto egiziano, con il sole che batte sul suo cappello, sul collo la traccia scura della sabbia sollevata dal vento incessante, il sorriso luminoso”

Un uomo che, da quindici anni, non fa più parte della sua vita, un luogo che si è ormai lasciata alle spalle e un cuore, il suo, che nasconde delle verità...

Nel romanzo di Jodi Picoult emerge tutto il fascino per l’Egitto e i suoi misteri attraverso pagine precise e passionali. Forte è il tema della morte e oltre, che presta il titolo al romanzo: il Libro delle Due Vie, la prima mappa conosciuta dell’aldilà.

“I testi che Wyatt e io abbiamo trovato nel sarcofago interno riguardano soprattutto l’aspetto morale: in particolare, la possibilità di presentarsi davanti agli dei dopo la morte e dichiarare onestamente di non aver fatto niente di male. Ma cosa significa, realmente, essere buoni? Individuare la propria vocazione e aiutare gli altri? Correre al capezzale di qualcuno che sta morendo? Anteporre i bisogni di qualcun altro ai propri? Immagino si possa obiettare che ciascuna di queste azioni non riguarda tanto l’altruismo, quanto piuttosto il martirio. Sono indotte dal senso di colpa, e non dall’etica”

Un libro commovente e che fa riflettere per gli interrogativi che pone. Una storia che è un po’ il percorso di vita della protagonista tra amore e morte e che può diventare anche il nostro. Che cos’è una vita vissuta bene? Chi saremmo, se non fossimo diventate le persone che siamo adesso? Quando abbandoneremo questa terra, cosa ci lasceremo dietro? Buona lettura!