Il Reggimento Nembo e lo Squadrone F nell’operazione Herring No.1
- Autore: Carlo Benfatti
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2018
Il nome in codice dell’operazione era inglese, come i paracadute e gli elmetti in dotazione, gli aerei americani (C-47 Dakota), l’equipaggiamento alleato, ma i paracadutisti, le mostrine e soprattutto i cuori erano italiani. L’unico aviolancio di guerra dei nostri parà in tutta la Seconda guerra mondiale ha avuto luogo il 20 aprile 1945 nella pianura a cavallo delle sponde del Po, tra i territori di Bologna e Mantova, Modena e Ferrara. Ne offre un’impeccabile ricostruzione un volume pubblicato nel 2015, ma sempre attuale, “Il Reggimento Nembo e lo Squadrone F nell’Operazione Herring No. 1 20-23 aprile 1945 in Emilia e Lombardia”, per i tipi dell’Editoriale Sometti di Mantova (288 pagine, 18 euro).
È stato accuratamente realizzato da Carlo Benfatti, non una firma qualsiasi in questo genere di produzioni storiografiche. Ricercatore molto attivo di storia locale e militare, è componente del direttivo dell’Istituto mantovano per la storia contemporanea e si distingue tra i vertici dell’Anpi provinciale.
Si tratta di un’antologia che insiste sulla ricostruzione della missione dal punto di vista dei protagonisti, attraverso lettere, testimonianze, interviste e con uno sguardo alle commemorazioni e manifestazioni negli anni successivi.
Pur essendo a tutti gli effetti un’azione di guerra alleata, l’Operazione “Herring” (“Aringa”) è un episodio della guerra di liberazione nazionale. È stata condotta esclusivamente da reparti organici delle nostre Forze Armate cobelligeranti, riorganizzate dagli angloamericani dopo l’armistizio dell’8 settembre e attive in Italia dal dicembre 1943 contro l’esercito occupante tedesco, fino alla conclusione delle ostilità a maggio del 1945.
Sotto questo aspetto, il lavoro di Benfatti completa e puntualizza il saggio precedente dello stesso autore, attento alla progettazione e attuazione di questa incursione dietro le linee germaniche. Come cronaca delle quattro giornate di combattimenti, è uscito nel 2008, col titolo “L’Operazione Herring N. 1” (Sometti, 448 pagine 20 euro) ed è ora alla terza edizione, integrato da materiale fotografico inedito.
L’azione fu condotta da 226 parà italiani, allo scopo di compiere azioni di sabotaggio e accerchiamento del nemico, in appoggio allo sfondamento della Linea Gotica, sull’Appenino Tosco-Emiliano, dietro la quale i nazifascisti avevano per otto mesi impedito lo sbocco alleato nella pianura.
“Herring” costò ai nostri ben 31 caduti e 26 feriti, tra gli effettivi dei due reparti aviolanciati: 117 dello Squadrone Folgore e 109 della compagnia autonoma Nembo, ma valsero oltre 2200 tedeschi prigionieri (544 i nemici uccisi), ingenti materiali catturati e grossi danni inferti alle linee di comunicazione stradali, ferroviarie e telefoniche.
Due le medaglie d’oro al valor militare meritate da militari dei due reparti, molte quelle d’argento e gli altri riconoscimenti.
Se si fosse scelto di impegnare numeri più importanti di paracadutisti (anche più di mille, com’era previsto), risultati e prigionieri sarebbero stati ancora più significativi. Probabilmente, un contingente numeroso avrebbe disarticolato le formazioni germaniche, quelle stesse che nella ritirata verso il Brennero continueranno invece a seminare distruzioni e morti tra la popolazione civile, nei centri del Nord attraversati.
È utile a questo punto una sintesi del contributo dell’esercito italiano alla liberazione. Il primo nucleo del rinnovato Esercito italiano fu il 1° Raggruppamento motorizzato, del generale Vincenzo Dapino, affiancato alle divisioni americane della 5a Armata a Monte Lungo. Nella primavera 1944 si trasformò in Corpo italiano di liberazione, circa 6 mila uomini, al comando del generale Umberto Utili, che conquistò Monte Marrone sulle Mainarde e agì nelle battaglie di Montecassino. Con le unità dell’8a Divisione britannica si impegnò poi nei combattimenti in Abruzzo e Marche lungo la dorsale adriatica (Lanciano, Orsogna, Guardiagrele, Chieti, Abbadia di Fiastra, Sforzacosta, Filottrano).
Considerati dagli Alleati solo cobelligeranti e non come alleati, i nostri offrirono prove di coraggio e di valore nella guerra contro i tedeschi. La fiducia degli Alleati crebbe e aumentarono i numeri: il 24 settembre 1944 furono creati i Gruppi di combattimento, praticamente sei vere divisioni, Legnano, Folgore, Cremona, Friuli, Mantova e Piceno che nei mesi successivi si batterono in Romagna e si schierarono sulla Gotica, insieme alle truppe alleate bloccate dal maltempo e da esigenze riorganizzative. Dal 21 aprile riprese l’offensiva e Bologna venne liberata dagli italiani e dal Corpo polacco. Il 23 le unità americane e inglesi si congiunsero a Finale Emilia.
Una curiosità: in copertina è riprodotto un disegno del pittore e scultore Carlo Rambaldi, il creatore di ET, vincitore di tre Oscar per gli effetti speciali nel grande cinema. È un’immagine suggestiva del maestro, ferrarese d’origine, di Vigarano Mainarda, zona d’operazione in quelle giornate.
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