Il Tullio e l’eolao più stranissimo di tutto il Canton Ticino
- Autore: Davide Rigiani
- Genere: Libri per ragazzi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: minimum fax
- Anno di pubblicazione: 2022
Il Tullio è un ragazzino che frequenta la quinta elementare nel Canton Ticino, Svizzera. Lì si usa mettere l’articolo davanti al nome. Ma questa non è la cosa strana della storia. Lo fanno tutti. La sua famiglia sì che è strampalata ed è composta da quella che chiameremo La Signora Ghiringhelli e il signor Ghiringhelli e la sorella grande e una sfracca di gatti e poi salta fuori anche un eolao. Anzi: l’eolao.
La signora Ghiringhelli è la spina dorsale della Banca Elvezia di Lugano che funziona solo perché lei fa la segretaria del gran direttore, dei vicedirettori, dei vicevicedirettori e dei vicevicevicedirettori e fa la telefonista e fa la cassiera e fa il caffè e controlla che tutti i direttori (tranne uno che è scomparso) combinino qualcosa di utile o perlomeno non facciano troppi danni, a parte rifilare tutto a lei. Donna pratica, sa farsi in quattro. Non scherzo.
Il signor Ghiringhelli è un poeta avanguardista che traduce in quartine i manuali di istruzioni e quel che capita. Qualche volta lo pagano anche.
La sorella grande è un’adolescente e fa la sorella grande e si fa i fatti suoi e non rompetele le scatole.
Il Tullio è un bambino normale di 10 anni che si esprime a colpi di superlativo iperbolico e che alla sua età ha molta più fantasia che contatto con la realtà.
Una fantasia sfrenata e fantasiosa (una città di personaggi bislacchi, supereroi e roba che non si capisce bene) dove succedono tante cose e dove ci va quando si annoia a scuola, cioè spesso.
Ma la fantasia è nella sua testa e la scuola è fuori e tutto è chiaro se non che la sua realtà non è poi così normale ma piena di personaggi normali che al contempo sono surreali o meglio diciamo: sur-reali (un po’ sur e un po’ reali). In tutto questo marasma, il Tullio cerca di passare inosservato e starsene sulle sue, anzi nelle sue… fantasie.
L’eolao è un animale fantastico, sia nel senso di eccezionale che di fantasioso.
È l’amico di cui il Tullio ha bisogno. Il problema è che l’eolao fa quello che vuole e, soprattutto, si fa notare. Di conseguenza, il Tullio non può più passare inosservato. Non c’è altro da dire sull’eolao perché è inutile descriverlo che tanto continua a cambiare di forma.
Se interessa: i gatti dei Ghiringhelli sono tanti e hanno tutti per nomi degli avverbi o delle congiunzioni, laddove Laddove (il gatto), quantunque (congiunzione) non sia l’unico gatto, Purtuttavia (il gatto) sia anche lui uno dei tanti, sempre tra i piedi.
La storia: tra superlativi iperbolici, girondi stornati, docenti strampalati, metafore che si realizzano (ad esempio quando l’eolao “squimbrottola”), l’eolao continua a cambiare di forma e aspetto (senza aspettare alcunché né alcuno!) sia dentro che fuori e poi anche se lo rivolti come un calzino che il dentro viene fuori e il fuori va dento (o è il contrario?) continua a essere un eolao che come lui non ce ne sono due di “eoleolaolai” (il plurale fa così perché è un nome irregolare) e che comunque (avverbio, non il gatto) si nutre di dentifricio, cosa che fa anche bene all’alito.
E intanto bisogna finire la scuola che si mette male per il Tullio che non si è mai preoccupato delle note, a differenza di quella secchiona della Nadia che gli hanno messo come compagna di banco.
Adesso facciamo una pausa e intanto curiosiamo dentro la testa della Robbiani, la terribile supplente di italiano:
La testa della supplente di italiano era piena di regole di ogni sorta (…) La prima regola diceva che bisogna seguire le regole e basta. Era il tipo di affermazione con la quale si fondano le correnti di pensiero e gli imperi, perché era una regola che regolamentava se stessa, una tautologia, l’ombelico di un ragionamento. La seconda regola della supplente di italiano diceva che quelli che non seguono le regole sono stupidi e non capiscono niente. Peggio per loro, commentava la terza regola della supplente di italiano. La quarta regola della supplente di italiano diceva che la supplente d’italiano lo sapeva benissimo che la seconda e la terza regola non erano esattamente regole, mica era scema, ma andava bene lo stesso. La quinta regola della supplente di italiano diceva che comunque, per tornare a noi, se uno oltre a essere stupido e a non capire un cavolo di niente era anche uno scolaro, allora bisognava bocciarlo. Giusto, diceva la sesta regola della supplente di italiano, brava. Lo si fa per il bene comune, commentava la settima regola della supplente di italiano, niente di personale. Guarda, siete fin troppo buone, diceva l’ottava regola della supplente di italiano alle regole dalla quinta alla settima, che se era per me io li prendevo tutti a legnate, ecco cosa.
Come detto, il Tullio frequenta la scuola, una scuola pubblica che, si sa, costruisce il cittadino e lo prepara ad affrontare la vita con logica e raziocinio.
Ma, soprattutto, è obbligatoria e noiosa.
Alle quattro la campanella della scuola annunciò finalmente il tana libera tutti. Le porte delle aule si spalancarono all’unisono e duecentocinquanta bambini si riversarono per i corridoi brandendo astucci e righelli e gridando come un’orda di ostrogoti all’arrembaggio, per poi defluire dal portone principale e portare lo scompiglio di fuori. Tra gli allievi al pianterreno qualcuno non disdegnò, già che c’era, di uscirsene direttamente dalle finestre delle aule, per fare prima.
Davide Rigiani, classe 1980, è nato e cresciuto a Lugano e ora vive a Sarzana, Liguria (me l’ha detto due settimane fa). Dopo la scuola di commercio ha conseguito un master in tecniche di narrazione alla Scuola Holden di Torino.
Questo è il suo primo romanzo che sfugge alle categorizzazioni librarie ma non all’originalità tantoché (la congiunzione, non il gatto) ha riscontrato interesse del pubblico con menzione speciale del Direttivo del Premio Calvino alla 33a edizione del 2020. Ha vinto il Premio Letterario Giuseppe Berto 2022 e il Premio Opera Prima (POP) 2023. Inoltre è stato il libro vincitore Campiello Junior 2023 categoria 11-14 anni
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il Tullio e l’eolao più stranissimo di tutto il Canton Ticino
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