Il canto delle parole perdute
- Autore: Andres Pascual
- Genere: Romanzi d’amore
- Casa editrice: Corbaccio
- Anno di pubblicazione: 2012
“Gocce di pioggia, disciolte per terra, noi ci abbracciamo”. Tre versi, diciassette sillabe “un istante di bellezza trattenuto”. Questo tenero haiku (componimento poetico giapponese) era l’ultimo ricordo tangibile di un amore adolescenziale che nemmeno lo scoppio della bomba atomica avrebbe avuto il potere di distruggere o contaminare.
Nagasaki, 5 agosto 1945. Il giovane Victor Van der Ver, dopo la morte dei suoi genitori naturali originari dell’Olanda, era stato adottato dal dottor Sato, uno dei medici più stimati di Nagasaki, e da sua moglie ed era così diventato Kazuo (in giapponese "uomo di pace") e il ragazzo era consapevole di attirare l’attenzione a causa del colore dorato dei suoi capelli (“Sapevo di essere diverso”). Il tredicenne Kazuo aspettava la sua principessa in cima alla collina che sovrastava la città. Junko, il cui nome significa "bambina pura", “saliva l’ultimo tratto della collina con l’eleganza di una principessa del Giappone medievale”. L’adolescente, figlia di una donna che si dedicava all’ikebana, era come un fiore di loto “che emergeva dal fango in tutta la sua purezza”. Da quando aveva incontrato Junko, Kazuo non faceva altro che pensare a lei e questo delicato sentimento era ricambiato. Per suggellare il loro amore, i ragazzi si erano così scambiati il loro quarto haiku, “un rotolino di carta poco più grande di una sigaretta”. La mattina del 9 agosto 1945 Kazuo e Junko lì in alto sulla collina sicuramente si sarebbero baciati per la prima volta, ma all’improvviso una luce si era impadronita della vallata. Una luce “più intensa del sole” che conteneva tutto il male del mondo chiuso in una bomba, devastante, accecante, dilaniante.
Tokyo, febbraio 2011. Lo svizzero Emilian Zach, “paladino della protezione ambientale fin da bambino” e convinto assertore dell’energia nucleare, lavora alle Nazioni Unite in un comitato di esperti di cambiamenti climatici. Durante un viaggio di lavoro in Giappone, Emilian incontra casualmente in una galleria Mei (che significa "germoglio o inizio") dal viso di porcellana. La gallerista d’arte giapponese è ossessionata dall’idea di rintracciare il primo amore della nonna ormai anziana e malata.
L’autore spagnolo Andres Pascual, avvocato con la vocazione di scrittore, emoziona raccontando con sensibilità una grande storia d’amore e quella di un bacio non dato in un periodo storico finora poco esplorato. Inenarrabili le condizioni fisiche e psichiche nelle quali erano costretti a vivere i sopravvissuti all’olocausto nucleare pochi giorni dopo la dichiarazione di resa dell’Imperatore del Sol Levante Hirohito “... ci siamo decisi a lastricare la strada della grande pace per le generazioni future... ”. Come Kazuo instancabile cerca il suo amore dopo la tragedia “intrecciando come unica arma il cuore impavido di un samurai innamorato”, allo stesso modo quasi settant’anni dopo Emilian, da sempre affascinato dalla cultura e dal popolo giapponese, aiuta Mei a ritrovare il vecchio amore della nonna.
Due storie parallele che si rincorrono, un successo editoriale che non sorprende, tre edizioni in un mese in Spagna, un canto di parole perdute mai scordate.
“Dopo aver visitato il Museo della bomba atomica di Nagasaki, nacque l’idea del romanzo”.
Proprio mentre lo scrittore correggeva l’ultima bozza, un terribile terremoto si abbatteva sul Giappone riaccendendo il dibattito sul nucleare. Energia nucleare o combustibili fossili? A tal proposito la frase di Albert Einstein ci sembra terribilmente attuale:
“Il problema dell’uomo non risiede nell’atomica quanto piuttosto nel suo cuore”.
Il canto delle parole perdute
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