Il caso Kaufmann
- Autore: Giovanni Grasso
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2019
Contaminazione, inquinamento, lordura razziale, epurazione, violazione, razzismo. Parole che ricorrono nel romanzo "Il caso Kaufmann", tratto da una storia vera, che si svolge a Norimberga subito dopo l’avvento al potere di Adolf Hitler, nel 1933. In quella città Lehmann Kufmann, Leo, è un rispettabile capo della comunità ebraica cittadina. È un facoltoso commerciante, rimasto vedovo da qualche anno. Ora, tranquillo sessantenne, è circondato da fedelissimi dipendenti, conduce una vita solitaria e dunque è felice di accogliere l’invito di un caro amico a ospitare in città sua figlia, la poco più che ventenne Irene Seidel, che frequenterà una scuola di fotografia e cerca un alloggio.
Con naturalezza Leo le offre un piccolo appartamento nel suo stesso edificio e nel trascorrere dei mesi la gratitudine di Irene nei confronti di Leo si trasforma in un rapporto di amicizia, di consonanza di idee, di piacere nel trascorrere insieme ore liete, mangiando al ristorante, passeggiando nei parchi. Leo regalava a Irene sigarette, dolci, talvolta fiori e la domenica i due avevano preso l’abitudine di vedersi per pranzo, discutendo di ebraismo, di politica, ragionando sul nuovo sistema politico che in Germania stava dilagando nell’opinione pubblica con tutto il risvolto antisemita e razzista che lo caratterizzava in modo ogni giorno più violento.
Proprio a Norimberga aveva sede un rotocalco razzista e volgare, “Der Sturmer”, infarcito di odio contro gli ebrei ritratti come individui abietti, rapaci, sessualmente predatori di giovani tedesche bionde, pieni di racconti morbosi a sfondo erotico da cui soprattutto i giovani lettori sembravano ipnotizzati. Un vicino di casa, Otto Muller, la domestica di Leo, la fedele portinaia, una giovane amica vicina di casa, cominciano a guardare all’amicizia intima di Leo e Irene con sempre più grande diffidenza e ostilità.
In quei mesi intanto la situazione politica in Germania si fa sempre più allarmante: il nazismo è ormai in guerra aperta con gli ebrei. Il 27 ottobre del 1938 Hitler aveva espulso tutti gli ebrei stranieri dal territorio del Reich, la Polonia aveva rifiutato di accoglierli, un adolescente che viveva in Francia per vendicare la sua famiglia compì un attentato ai danni di un funzionario dell’ambasciata tedesca a Parigi e l’episodio fu il pretesto per scatenare quella tragica caccia all’ebreo che passò alla storia con il nome di Kristallnacht, che il 9 novembre vide distrutti e incendiati negozi, sinagoghe, in tutte le città tedesche.
Da questo momento la storia di Leo e Irene comincia la sua drammatica discesa, che porterà dapprima alla confisca di tutte le proprietà di Leo, poi al suo arresto, al processo, al drammatico finale di questa storia vera, che l’autore, Giovanni Grasso, aveva letto su un libro importante della storiografia contemporanea, "La distruzione degli ebrei d’Europa", di Raul Hilberg. Da quello spunto aveva preso l’idea di riproporre quella storia apparentemente minore in forma di romanzo, puntando l’attenzione soprattutto sul processo, terribile, a cui era stato sottoposto il vero protagonista della tragica vicenda, che nel libro prende il nome di Leo Kaufmann.
Accusato di “inquinamento razziale” per aver avuto rapporti sessuali con Irene, senza vere prove, l’uomo era stato dapprima prosciolto dall’onesto giudice delle indagini preliminari. Successivamente però si decise che la violazione razziale da parte di un ebreo nei confronti di una donna ariana meritava una condanna esemplare; per questo fu incaricato del processo il giudice Oskar Rothenberger, nominato presidente della Corte speciale di Norimberga, quella che fu il vero tribunale del terrore nazista. Si procedette con inaudita violenza verbale contro Leo Kaufmann, la cui colpevolezza doveva essere inoppugnabile mentre la condanna diventare un monito per l’intera nazione:
Il compito a cui siamo chiamati non è quello di commisurare la pena al reato, quanto di estirpare le radici criminali della nostra comunità. Costi quel che costi. È questa quella che io chiamo concezione dinamica del diritto: un diritto che non è più fine a se stesso, cristallizzato e irrigidito in canoni prestabiliti e immutabili, ma un dritto che si adatta di volta in volta alla situazione, ponendosi così al pieno servizio del Nazionalsocialismo di cui condivide e asseconda i principi e gli obiettivi.
Il caso Kaufmann fu dunque un assassinio ammantato di legalità, una legalità costruita da un giudice fanatico, capace di plasmare la legge a sua discrezione. A quei tempi, i tempi terribili della dittatura hitleriana, difficilmente si potevano prendere le parti di un ebreo e il giudice “onesto” Hans Gross solo nel 1947, durante il famoso processo di Norimberga scriverà al giudice americano che presiedeva il Tribunale Militare per i criminali di guerra, ricordando che nell’impossibilità di affermare l’innocenza di Kaufmann, di cui era certo, aveva lasciato in anticipo la magistratura obbedendo alla propria coscienza professionale.
Il libro di Giovanni Grasso si conclude con un’interessante postfazione che racconta la genesi del libro, gli spunti di riflessione che ci portano al presente, anche se il romanzo fu concepito e scritto oltre venti anni fa. La sua odierna pubblicazione e il suo valore come documento di una stagione terribile con cui pensavamo di aver chiuso definitivamente i conti, ci sollecita e riflettere ancora una volta sull’importanza di storia e memoria: aver studiato i documenti di un processo a cui furono sottoposti la innocente Irene, l’innocente Leo, colpevoli di un’amicizia intensa e affettuosa, considerata “a quei tempi” un delitto “razziale”, ci deve far guardare con attenzione i tanti episodi di odio razziale che si stanno moltiplicando nella Europa del 2019, a oltre 80 anni da quegli eventi sciagurati. Le parole di Hitler, che Grasso ha posto come epigrafe al suo coraggioso romanzo, non potrebbero essere più spaventose:
La contaminazione del nostro sangue, ciecamente ignorata da migliaia di persone del nostro popolo, è oggi premeditatamente perseguita dagli Ebrei. Questi parassiti dai capelli neri violano di proposito le nostre ingenue, giovani, bionde ragazze, compiendo un atto dalle irreparabili conseguenze.
Analizzando queste poche righe, mi soffermo su tre parole: sangue, neri, bionde. È il caso di stare in guardia e i libri possono davvero aiutarci.
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