Il collezionista di specchi
- Autore: Salvatore Niffoi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2024
Il collezionista di specchi, l’ultimo romanzo di Salvatore Niffoi pubblicato da La nave di Teseo, è un inno alla fantasia, frutto dell’immaginazione fervida del protagonista Bertinu Muscari che, sin da bambino, si rivela capace di sognare lunghe storie originali, ben articolate, come fossero le scene di un film.
I personaggi astratti delle sue fantasie sono plasmati con pasta buona e cattiva, improbabili o surreali, con tratti e riferimenti alle debolezze, ai desideri e alle illusioni umane. Personaggi come Giommaria Ghinipere, noto Caratza (maschera), un attore nato che fingeva di essere un medico per visitare e scoprire le donne nelle loro parti più intime o si travestiva da prete per introdursi nel confessionale e ascoltare i peccati delle “pie” donne. Per poi partire dal paese e trasferirsi a Roma, a lavorare e dedicarsi allo studio della psicologia.
Quella passione, che aveva tenuto nascosta per anni, gli era cresciuta dentro dopo che aveva scoperto che a Pirastrile non c’era una famiglia sana.
Fantasia creativa che inventa personaggi più o meno strampalati la notte, quando Bertinu si mette a letto, e che di giorno riversa nei massi di trachite scolpiti ad arte, imparando il mestiere di spaccapietre dal suo maestro Tziu Candidu Pilisu.
La scuola non fa per lui.
“Di farlo studiare non se ne parla, questo ci diventerà dottore quando i libri saranno caramelle e il sapere lo faranno nel culo a punture”
dice suo padre. Sua madre, invece, sogna un avvenire diverso, per il suo unico figlio:
“Ma non potremmo farlo a dottore? Pensa che bello, ci curerebbe gratis e porterebbe a casa tutte le medicine nuove appena uscite.”
Dal suo maestro, Bertinu Muscaria apprende un lavoro, che diventerà un’opera d’arte con la sua prima scultura: una donna “che sembra una femmina vera (…), le manca solo il respiro”.
Berti’, tu sei nato per fare lo scalpellino, c’hai il pane tra le mani, Michelangelo, in confronto a te, era un grezzone.
Dice l’uomo che gli insegnerà molte cose anche sull’arte di vivere. Ed è lui che lo accompagna da Tattana Chiargiu, più conosciuta col nome di Quantomidaiseteladò. Una donna bassa e grassa, “con le titte che le arrivano sulla pancia”. Per il ragazzo, in quel primo approccio con l’altro sesso che segna il passaggio dall’infanzia a una nuova fase di crescita della sua vita, “la voglia di fare se la giocava a strumpa con quella di scappare”.
E intanto continuano le fantasie oniriche tragicomiche cercate durante la notte per entrare in un mondo diverso dal suo, ma che rappresentano anche certi aspetti delle situazioni reali in cui il ragazzo vive e poi elabora con la sua immaginazione. Fantasia nelle sue forme più svariate, descritte in questo romanzo con sottile ironia e un gusto dolceamaro, nella creatività e nelle varie espressioni artistiche che diventano componimento poetico, in versi o musicale, di un pianoforte che fa innamorare il giovane, mentre ascolta sotto la finestra di casa nonostante la pianista di Frailes, Elena Gardulinu, sia una perfetta sconosciuta che nasconde il suo volto e vive come una suora di clausura.
Le note che rimbalzavano sui tetti, vibravano nell’aria e rimanevano sospese nel cielo in attesa che la mano del sole le portasse via.
Musica incantevole che la pianista di Frailes riesce a comporre grazie all’insegnamento di un maestro, con gli esercizi quotidiani dall’alba al tramonto, la sua grande e unica passione e una dote innata. La promessa di poter tornare a trovarla ha come condizione che il giovane Bertinu diventi un bravo musicista, imparando a suonare il sassofono. E chi il talento musicale non ce l’ha, non può inventarselo neanche se ha fantasia da vendere. L’unica cosa che può fare uno come lui, senza quel dono, è immaginare un’altra storia con un protagonista che diventa un grande suonatore di sassofono, “come se nel sangue, al posto dei globuli rossi, avesse avuto milioni di note che gli scorrevano nelle vene”. Ghisparre Miuddu di cui si diceva avesse, oltre il naso, “anche qualcos’altro di lungo e a forma di sassofono”.
Gli specchi che inizialmente terrorizzavano Bertinu da bambino diventano lo strumento principale di evasione. La tentazione di possederne tanti, diversi tra loro, è irresistibile. Una mania che stimola e favorisce visioni mutevoli e fughe dalla realtà. Un oggetto che ha qualcosa di magico; Bertinu Muscari finisce per collezionarli, comprandoli e, il più delle volte, sottraendoli a qualcuno.
Il collezionista di specchi è un libro che esalta la fantasia del protagonista, raccontando storie che non hanno mai nulla di scontato e di ordinario e dando prova, con il suo ultimo romanzo, della straordinaria capacità narrativa, fuori dagli schemi - attraverso il linguaggio ibrido ormai consueto – dell’autore Salvatore Niffoi. Ennesimo capolavoro, dunque, quello dello scrittore di Orani, in provincia di Nuoro, già Premio Campiello nel 2006 con il romanzo La vedova scalza e Premio Alessandro Manzoni nel 2007 con il romanzo Ritorno a Baraule.
Un romanzo che si legge d’un fiato, divertente, nonostante la tristezza e la durezza che si percepisce nell’esistenza condotta dalla maggior parte dei personaggi descritti nelle storie.
Il collezionista di specchi
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Un libro perfetto per...
A tutti coloro che sono curiosi di conoscere questo autore sardo che rallegra lo spirito, sorprende e ricorda, con le sue storie, il realismo magico di Gabriel Garcia Marquez. E a tutti coloro che lo conoscono, ma non hanno avuto ancora il piacere di leggere questo suo ultimo romanzo.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il collezionista di specchi
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