Il colore del latte
- Autore: Nell Leyshon
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Corbaccio
- Anno di pubblicazione: 2013
“Questo è il mio quaderno ed è di mio pugno che lo scrivo”.
Nella primavera dell’anno del Signore 1831 nell’Inghilterra rurale del XIX Secolo, una ragazza che aveva da poco compiuto quindici anni desiderava raccontare al lettore la sua storia partendo dal principio.
“Il mio nome è Mary e ho imparato a scriverlo lettera per lettera”.
Seduta di faccia alla finestra da dove vedeva tante cose, gli uccelli, gli alberi e le foglie, Mary dai capelli color del latte, una gamba più corta dell’altra, ripensava alla primavera dell’anno precedente da dove tutto era iniziato. “Mio padre viveva in una fattoria e aveva quattro figlie di cui io sono quella nata dopo di tutte”. All’interno della misera casa vivevano la madre e il nonno e spesso alcune pecorelle che avevano perduto la mamma alle quali dare da mangiare la notte. Il mondo si era ricordato che era primavera ma per Hope, Violet, Beatrice e Mary la vita scorreva sempre uguale, perché al loro padre – padrone le ragazze servivano per fare i lavori giacché l’uomo non poteva permettersi di mandare le proprie figlie a scuola a imparare cose che poi non potevano usare. Erano gravosi i compiti che spettavano alle quattro sorelle: raccogliere le pietre da terra e metterle dentro i secchi, “tirare il latte dalle vacche”, coltivare la terra arida e lavorare in casa.
Stagione dopo stagione, secondo riti secolari e immutabili era questo il destino riservato ai contadini. Non stupiva quindi la riflessione della madre di Mary quando diceva che la felicità non aveva mai portato nulla di buono. L’unica via di fuga per le quattro giovani era salire sopra la pietrosa collina all’alba, perché vedere sorgere il sole significava per il nonno che tutto quello che si desiderava per l’anno prossimo si sarebbe avverato.
“Sono stanca di scrivere e il polso mi fa male, ma mi sono promessa di raccontare la verità e le cose che sono successe e lo farò”.
Quando era tornata l’estate e le messi erano di nuovo alte, Mr Graham, il parroco del villaggio, aveva domandato al padre se Mary poteva andare in canonica a prendersi cura di sua moglie gravemente ammalata. “Non è che qui combini molto con quella cosa che ti trascini dietro”. Nella sua nuova dimora Mary, che possedeva un’arguzia istintiva e “una lingua svelta come quella del gatto che lappa il latte dal secchio”, avrebbe imparato a leggere e a scrivere, ma il prezzo da pagare si sarebbe rivelato troppo alto, inaccettabile. “Il mio nuovo letto pareva grande quanto il campo di tre acri con solo me dentro”.
Il lungo monologo interiore che compone "Il colore del latte" (titolo originale del volume: The Colour of Milk) descrive la dura condizione femminile nell’Inghilterra dell’Ottocento, che ricorda le pagine più intense di romanzi immortali quali "Jane Eyre" di Charlotte Brontë o "Tess dei d’Urbervilles" di Thomas Hardy. La voce narrante di Mary, la crudezza e il realismo del suo scritto redatto in quattro stagioni, non può non colpire e sorprendere l’immaginazione del lettore che resta spiazzato dal finale sorprendente che da solo vale l’intera lettura del romanzo. La scrittrice britannica di talento Nell Leyshon, già pluripremiata autrice di numerose sceneggiature radiofoniche e teatrali, con il suo romanzo d’esordio ha conquistato il plauso internazionale di critica e pubblico con una prosa classica, vivida dallo stile sorprendente e moderno. “L’autunno volse in inverno così alla svelta che pensai che mi ero persa qualche giorno”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il colore del latte
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Acquistato sull’onda di una recensione entusiatica letta su D di Repubblica. Buon libro, ma non un capolavoro. Stile moderno ma storia ambientata nell’800 inglese, quindi se la deve vedere con scritti di ben altra levatura. La lettura stenta un poco a partire ma, diciamo dalla metà in poi, diventa avvincente: Mary si è ormai delineata come personaggio credibile. Finale sorprendente ma non troppo. L’unico dubbio che sorge leggendo non è su cosa accadrà ma su chi ne sarà l’artefice. Lo consiglio.
Finito in pochissimi giorni questo libro, mi sento di scrivere una piccola recensione perché è un testo che mi ha suscitato inizialmente enorme diffidenza. Ero sul punto di mollare poi su suggerimento di un’amica sono andata avanti fino alla fine. Mary conduce una vita dura, fatta di sacrifici e stenti. A 15 anni è costretta a lavorare nei campi con una madre assente, sottomessa al marito e un padre violento e autoritario, ma lei è una ragazza sincera, molto furba e schietta; senza peli sulla lingua, dice tutto ciò che pensa con una spontaneità e una trasparenza incredibili. Ad un certo punto avviene una svolta nella sua vita sembra quasi la sua salvezza... il lessico elementare, lo stile e la forma possono disturbare e portare ad abbandonare il romanzo ma il contenuto nella sua semplicità è commovente e merita di essere letto fino alla fine.