Il crepuscolo dei supereroi di Deborah Eisenberg

Con questa raccolta di racconti, la Eisenberg cerca di indagare nella psiche degli americani per raccontare storie di normalissime persone che si ritrovano a fare i conti con le proprie paure e nevrosi, soprattutto dopo la tragedia dell’11 settembre, quando molte delle certezze che avevano fatto i punti di forza di uno Stato vengono meno. E lo fa in modo originale, anche con ironia e sarcasmo non risparmiando qualche critica che viene fatta in maniera intelligente e sottile.

La penna delicata dell’autrice passa in rassegna una varietà umana interessante riuscendo a esaminarne quelle che sono alcune tra le più comuni problematiche e fobie, dalle ambizioni deluse di un giovane alle difficoltà relazionali di una coppia gay, dalla consapevolezza di una vecchiaia che avanza alle problematiche familiari di un fratello e una sorella, dalla violenza casalinga alla consapevolezza di rapporti sbagliati, dalla possibilità di perdere da un momento all’altro un equilibrio precario alla claustrofobica impotenza di fronte ai grandi mali e malesseri di questo mondo.

I supereroi sembrano aver perso i propri superpoteri e anche l’ultimo di loro, Passivity Man, sembra aver gettato la spugna, lui che era avvezzo a resistere a tutto quello che gli succedeva intorno senza farsi fiaccare da niente e nessuno, grazie alla sua proverbiale passività verso il mondo.

La scrittura è delicata e stilisticamente elegante, facendo fede al pensiero dell’autrice per la quale un racconto deve essere bello da leggersi, dove la frase abbia in sé una certa musicalità, in modo che possa catturare il lettore anche e solo da un punto di vista puramente estetico. E se in aggiunta si riesce a scandagliare l’animo e la psiche di persone comuni che sono costrette a un certo punto a confrontarsi con i loro intimi problemi allora si può capire la portata di questo libro che merita indubbiamente di essere letto.

Erba, petalo, onda, pietra diventano velluto – chiazze indistinte che riflettevano luce – mentre il crepuscolo calava gradualmente, come tanti veli che si posavano piano sopra ogni cosa