Il custode delle parole
- Autore: Gioacchino Criaco
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2022
Andrìa Ameroto è il protagonista di questo romanzo, Il custode delle parole (Feltrinelli, 2022) di Gioacchino Criaco. È un giovane calabrese che vive, diciamo un po’ alla giornata, lavorando con la sua fidanzata Caterina in un call center, “imbrogliando la gente”.
Insieme alla sua fidanzata trascorre i weekend e le ferie al mare, al mare stupendo e terribile della Calabria che spesso restituisce corpi di migranti e quando va bene restituisce poveri uomini che verranno rimpatriati.
Proprio in una giornata di naufragio prende corpo l’evento scatenante: Andrìa salva un ragazzo che, stranamente, la sua famiglia accoglie e protegge: Yidir è una sorta di mistero. Lui è molto simile ad Andrìa. Sarà per questa strana somiglianza fisica che la famiglia di Andrìa ma, soprattutto, suo nonno Andrìa ( il nome del nonno passa al nipote) prenderanno a proteggerlo?
Il nonno, rimasto pastore e cultore dell’antico grecanico prende Yidir come un figlio e lo porta con sé sull’ Aspromonte. Ha la sensazione, il vecchio Andrìa, che questo giovane sia un pastore, che abbia in sé lo spirito del pastore.
Nella famiglia Ameroto ci sono dolori per due gravi perdite: il fratello del nonno e il padre di Andrìa si sono persi in Libia: Non sono più tornati. Salvare Yidir, il giovane libico migrante è come creare un legame ancestrale con i loro congiunti scomparsi? Aiutare i loro cari? Un’azione buona che forse ripagherà azioni buone fatte ai loro cari? Chissà! Una vita salvata per altre due vite perdute!
Andrìa, all’inizio del racconto, prova sentimenti contrastanti nei confronti del ragazzo: una sorta di gelosia lo attanaglia; la fidanzata, il nonno, la mamma mostrano troppa generosità e confidenza nei confronti dello straniero, nutrono una strana compartecipazione rispetto al suo destino.
Con il procedere degli eventi anche Andrìa sente che questo ragazzo ha in sé qualcosa di misterioso di strano e di familiare. Ne nasce un’amicizia vera.
Il nonno di Andrìa è un pastore, un “uomo antico” e diverso dai suoi compaesani, si esprime in grecanico e ha voluto restare pastore, nonostante l’evolversi del tempo. Trasmette al nipote il suo amore per la montagna d’Aspromonte che non è un’aspra montagna come si potrebbe credere senza riflettere sull’etimo della parola…anzi!
Voglio dirti una cosa, aggiunge il nonno, tutto sta nelle parole, tutto sta nel possederle o nell’averle in prestito e la peggiore delle esistenze è quella che ha le parole in prestito…Egò gapào, io dico così a nonna, e so di dirle che sono perso in lei e lei sa che le sto dando le chiave della mia vita…
Il verbo greco ἀγαπἀω è più forte e meno “inflazionato“ di “ti amo”, implica la cura, la dedizione, la storia di un legame che va oltre il tempo.
Il romanzo ha un finale atteso: quello della strada personale che Andrìa intraprenderà; in fondo una strada indicata da saggi insegnamenti di nonno Andrìa e un finale sotteso e desiderato, quasi sospeso: aiutando il giovane migrante la famiglia Ameroto troverà in parte consolazione e risposte alle assenze dei propri cari, inghiottiti dalle sabbie della Libia.
Il titolo, come già compreso, è legato alla figura del nonno. Egli è l’ultimo “custode delle parole”, un uomo che va oltre il tempo, una sorta di gigante solitario in un mondo omologato.
I temi di questo romanzo sono diversi: il dolore dell’emigrazione, il rispetto per l’ambiente, l’importanza delle proprie radici espresse attraverso la lingua e le tradizioni. Non è casuale che l’autore, Gioacchino Criaco immagini un nonno pastore. Nella storia dell’umanità stessa, la pastorizia è stata la prima forma di lavoro, addirittura prima storia dell’allevamento.
Un romanzo molto interessante dal punto di vista della ricerca linguistica del grecanico, di parole della cultura della Calabria meridionale che raccontano prima di comunicare, che racchiudono significati ancestrali e della pastorizia, come occupazione dell’origine dell’umanità.
Per chi voglia leggere del conflitto mondo tra il mondo dei pastori e quello dei contadini consiglio la tragedia dannunziana: La figlia di Iorio.
Il custode delle parole
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Un libro perfetto per...
A chi ama leggere storie che raccontano storie che vanno oltre le storie, che scavano nella cultura e che sanno parlano di umanità
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