Zefira
- Autore: Gioacchino Criaco
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rubbettino
- Anno di pubblicazione: 2009
“Stai accanto a persone che sono bombe. Magari non scoppieranno mai, saranno gentili e disponibili per decenni. Poi tocchi il tasto sbagliato, si girano e ti sparano in faccia”.
Zefira, il titolo del secondo romanzo di Gioacchino Criaco (Rubbettino, 2009), è un indefinito paesino della Calabria ionica dove, un giorno come un altro nel suo ufficio in Municipio, viene ucciso il sindaco, Carmine Orsini, persona intoccabile e integerrima, da un uomo con un passamontagna e con tre colpi di pistola. A seguire il caso del sindaco morto ammazzato è il commissario Luca Rustici, milanese, che ha da soli nove mesi assunto il comando di quell’avamposto calabro.
Il commissario inizia l’indagine sul sindaco di Zefira analizzando attentamente il fascicolo presente in archivio, poi perquisendo la Villa di Orsini e infine confrontando le perizie scientifiche, le interrogazioni dei testimoni e i documenti sequestrati nell’ufficio e in casa del sindaco. Apparentemente i fatti e le circostanze addebitano la morte di Orsini agli Scorsello, famiglia che esercita il proprio potere controllando il territorio. L’indagine però, voluta dal magistrato e dagli investigatori, individua anche come possibile mandante la famiglia Alatti, clan rivale degli Scorsello.
“Zefira diventa così meta di giornalisti e politici. La società civile accorre in massa. Le associazioni anticrimine urlano il loro sdegno. A qualche giorno dall’assassinio ai funerali di stato partecipa una fiumana di gente”.
Il commissario Rustici affiancato dal commissario Mantici, che conosce molto bene le cosche della zona, conduce il commissario a svelare che la pace che vige in città da qualche tempo tra le due bande rivali è frutto di una recente trattativa e la faida delle famiglie, invece, nasconde un fatto di sangue risalente al nazismo e a un terribile reato di pedofilia.
Gioacchino Criaco narra impietosamente la sua terra che, di fatto, conosce molto bene: il suo è un viaggio all’interno del mondo criminale e della mafia calabrese che da secoli imbratta, imbruttisce e violenta una terra di alte montagne, di fitti boschi, di vaste radure e di mari di colore indaco, descritte magistralmente in questo romanzo. Il male e il bene a Zefira, metafora di tutta la Calabria, vanno a braccetto, così a braccetto, che il commissario Rustici deve stare attento a chi gli offre il caffè gentilmente e a chi partecipa alle manifestazioni che testimoniano la voglia di cambiare e di appropriarsi del proprio futuro.
L’indagine è lunga, difficile, si scontra con politici, magistrati, poliziotti, uomini di chiesa conniventi e finisce nell’impantanarsi “in un verminaio inestricabile”. Luca Rustici rincorre la verità vagando tra eventi lontani, appartenenti alla seconda guerra mondiale ed eventi recenti appartenenti ai fatti di cronaca nera. Gioacchino Criaco cerca di trovarla questa verità e raccontarla in maniera avvincente con grande abilità. Ma a Zefira niente è come sembra, nulla è scontato e la morte è sempre in agguato.
Zefira
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