Il saltozoppo
- Autore: Gioacchino Criaco
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2015
Con "Il saltozoppo" (Feltrinelli, 2015), Gioacchino Criaco continua a sondare nelle radici profonde dell’odio tra abitanti di paesi vicini che si contendono da secoli la stessa terra, lo stesso spazio vitale. Proprio quella terra, a dispetto delle loro controversie, diventa, a capriccio dell’Allaro, deviata, spostata a valle dalla furia alluvionale e che, in epoca moderna, fomenta la Peste, la cementificazione selvaggia che seduce, illude e poi uccide e semina ancora più il virus letale dell’odio.
“L’epidemia si annunciò d’estate, con le facce sudate degli operai che piantavano paletti di legno nella terra soffice dei Giardini dell’Allaro e con il volto radioso del proprietario dell’azienda, attorniato da un nugolo di ingegneri e amici: sarebbe arrivato il progresso, una strada avrebbe tagliato i Giardini, la baia e l’intera costa. E, insieme a una moderna superstrada, sarebbero arrivati un’area di servizio e un centro commerciale”.
Julien appartiene alla famiglia dei Donnici, da sempre abitanti di Ascruthia sulle rive dell’Allaro, i suoi compagni di classe, i gemelli Alberto e Agnese sono della famiglia Therrime, insediatasi in quelle stesse terre a Coraci, con il loro antenato Elon Therrime che “aveva lasciato la Terra delle Aquile in cui era nato, l’Albania” perché chiamato a difendere il regno di Alfonso di Aragona e del figlio Ferdinando.
”Quel sacrificio gli Aragona l’avevano ricompensato con le piane dell’Allaro, un sogno che presto aveva rischiato di trasformarsi in un incubo perché quei giardini delle meraviglie un padrone ce lo avevano già, gli ascruzi. Ma il primo dei Therrime, grazie alle truppe degli aragonesi e ai soldati che lo avevano seguito dall’Albania, era riuscito a prendersi il possesso della metà del territorio fertile”.
E così degli antichi odi risentono le generazioni a venire, ma la catena si spezza grazie alle donne, alla loro saggezza, forza, coraggio. Julien sembra aver ereditato il carattere irredimibile dei suoi avi e riesce sedare solo col sangue la sua vendetta, il bisogno di dare giustizia a morti che lui considera ingiuste, come quella capitata al suo generoso quanto innocente avvocato, ucciso con la neomoglie perché scambiato per lui stesso. La vita e le vicende rocambolesche di Julien, dopo una lunga e forzata pausa in carcere d’isolamento, s’incrociano con quelle della delinquenza cinese.
Nella narrazione s’intrecciano storie dal sapore antico, che sanno di mito, i ricordi degli anziani, della gioventù e, sullo sfondo, le montagne e il mare. Julien non è un affiliato di mafia, ma il suo codice comportamentale si alimenta dell’odio antico dei suoi avi. Agnese seda la sua sete di vendetta e dà la pace a Julien, alla sua terra, anche se “esplode nell’aria il grido lugubre di tante bestie, tanti lupi che non li si può contare”.
I personaggi della storia si raccontano in prima persona e ciò dà una particolare efficacia alla narrazione che acquista molteplici punti di vista, come in un caleidoscopio di vedute e di prospettive in cui passato e presente, realtà e mito, si confondono e in parte si fondono. Sembra un romanzo già pronto per un altro straordinario film che potrà affascinare per le storie d’amore e per il paesaggio meraviglioso che gli fa da sfondo.
Il saltozoppo
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