Il favoloso teatro del gigante di David Machado

Lagares è un paesino sperduto sulle montagne portoghesi. E’ una comunità chiusa, popolata da persone che conducono un’esistenza sempre uguale, sorvegliate dall’alto dall’unica personalità di rilievo: padre Augusto, un prete che ha esteso il suo dominio e lo esercita da diversi decenni. Ormai vecchio e stanco, padre Augusto si prepara a trapassare quando un nuovo sacerdote fa la propria comparsa in paese, intenzionato a prendere il suo posto. Padre Casimiro è il figlio di Augusto stesso, frutto della relazione illecita con la signorina Francisca, la perpetua nostalgica e silenziosa che si occupa del grande palazzo clericale. Ma Lagares è anche il palcoscenico di Thomas. Thomas l’antillano è un gigante, un sognatore, un pittore, un musicista, un uomo gentile, un animo buono che raccoglie l’eredità lasciata dal Don Chisciotte di Cervantes e vive in bilico tra realtà e illusione. Quando chiude gli occhi e si addormenta per sempre, la comunità ne rimane sconvolta e gli si stringe attorno. Eunice, sua moglie, maestra delle elementari e madre di due angelici gemelli, non può darsi per vinta. Thomas deve riaprire gli occhi dopo tre lunghi anni di coma e, per farlo, ha bisogno di ritrovare in vita ciò che che cerca in sogno. E’ così che Lagares si tramuta in un colossale teatro in cui ogni uomo, donna e bambino sono chiamati a vestire i panni dei personaggi che popolano i sogni del gigante.

Il favoloso teatro del gigante è un libro meraviglioso, a tratti divertente, a tratti dolcissimo, popolato da personaggi unici nella loro originalità. Padre Augusto incarna la cieca ambizione dell’antica classe clericale. E’ un uomo carismatico e forte, incrollabile nelle proprie scelte. Padre Casimiro è il suo doppio sbiadito, il corpo che ospita l’anima del padre, ricalcandone i passi nonostante li detesti. Thomas è un sognatore, un uomo buono a cui la realtà piatta e banale di Lagares va troppo stretta. Eunice, donna forte e devota, nutre un amore viscerale per il suo gigante ed è disposta a qualsiasi cosa pur di salvarlo, anche a mutare la realtà per avvicinarsi alla fantasia del marito. Francisca, la perpetua malinconica, è invece emblema dell’amore incondizionato. Ogni personaggio è poi chiamato a vestire i panni di un altro personaggio ancora. C’è chi è riluttante, chi non aspettava altro. Ognuno di loro ha bisogno di evadere dalla realtà e riscopre lati di se stesso nella recitazione dell’altro, liberandosi dai vincoli imposti dall’idea di sé avuta fino a quel momento. Thomas si addormenta per rincorrere i propri sogni, ma fornisce agli abitanti di Lagares le ali della fantasia di cui avevano bisogno per tornare a vivere.

Profondo nella sua semplicità, David Machado dà vita a una storia fantastica, tenera e spietata allo stesso tempo, che invita a riflettere sul senso della vita, sui limiti che la quotidianità ci impone, sulla forza della fantasia e sul potere curativo dei racconti, perché l’uomo perpetua se stesso e la propria essenza proprio attraverso la narrazione, l’ascolto, la fascinazione indotta dal viaggio nel reame della fantasia.