Il figlio perfetto
- Autore: Barbara Claypole White
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2016
Credevo di leggere un romanzo leggero, un bestseller dei tanti che si pubblicano negli Usa ed invece il libro di Barbara Claypole White, “Il figlio perfetto”, è un percorso dentro la malattia che coinvolge i tre membri di una famiglia, in modo diverso, ma non per questo meno drammatico, e che aiuta a pensare a come si può crescere, a come si deve cambiare, a quanta fatica si deve affrontare per convivere con il male che, malgrado la medicina abbia fatto enormi passi avanti, ancora accompagna costantemente la vita di troppi di noi.
Ella Bella è una quarantenne americana che per amore ha sposato Felix Fitzwilliam, un mago della finanza discendente da una nobile famiglia inglese; i due vivono in North Carolina in una bella casa in mezzo alla foresta ed hanno un figlio, ora diciassettenne, affetto dalla sindrome di Tourette: si tratta di una disagio neurologico che porta il giovane Harry ad assumere comportamenti fobici, dissociati, autolesionisti, talvolta violenti. La madre ha abbandonato il suo lavoro per dedicarsi interamente al figlio, alle sue medicine, ai neurologi, alle varie attività, scolastiche e non, tutte tese a fare di Harry una persona accettabilmente come gli altri; il marito le ha dato carta bianca, disinteressandosi del ragazzo e delle sue difficili problematiche, per gettarsi compulsivamente in un lavoro che produce molto danaro ma che gli impedisce di avere un vero rapporto con la moglie, che pure ama e, soprattutto, con Harry, da cui si tiene opportunamente lontano per paura.
In realtà lo stesso Felix viene da un’infanzia durissima, padre gelido e violento, madre assente, e l’unico suo affetto, il fratello Tom, omosessuale, era morto di Aids senza che Felix fosse riuscito a rimanergli vicino al momento della lunga e dolorosa malattia. All’inizio del racconto però Ella, di ritorno dalla località dove aveva incontrato il vecchio padre, si sente molto male in aereo e viene ricoverata per un grave infarto nell’unità coronarica dell’ospedale cittadino. Felix e Harry si trovano improvvisamente soli, senza la copertura affettuosa di madre e moglie, che fino a quel momento avevano visto come l’unico vero punto di riferimento per le loro rispettive esistenze. Mentre le condizioni di Ella in ospedale appaiono subito molto gravi, compaiono sulla scena familiare nuovi personaggi: Catherine, la migliore amica di Ella, che fino ad allora Felix aveva ignorato e detestato; Max, il miglior amico punk di Harry, l’unica persona in grado di limitare le intemperanze dell’amico; Eudora, una saggia vicina di casa che riesce a convincere Felix dell’importanza di ripensare il suo ruolo nel mondo e nella famiglia e, infine, Sammie, la ragazza di cui Harry si è finalmente innamorato e che lo aiuta ad acquisire sicurezza.
Tutti insieme lavorano con affetto per aiutare padre e figlio a conoscersi, trovarsi, accettarsi; mentre Ella, tra ospedale e letto di casa, sembra consumarsi ogni giorno di più, il rapporto tra padre e figlio comincia a diventare più solido e reale, consapevoli ambedue che non possono contare su Ella e che devono imparare, ciascuno a suo modo, a cambiare; paradossalmente in ogni pagina del romanzo appare che il più “malato” è proprio Felix, che le circostanze drammatiche che sta vivendo costringono a rivedere tutta la sua vita, la scala di valori e di priorità, gli obiettivi.
Ne “Il figlio perfetto” ci sono pagine altamente drammatiche, altre più lievi ed ironiche, ma nel complesso il lavoro di Barbara Claypole White sembra teso a raccontarci molto della condizione della sanità negli Stati Uniti, dove le cure sono molto care se non sei assicurato; ecco allora che Felix è oltremodo contraddetto: le cure costose di Harry, e quelle di cui ora ha bisogno Ella, si possono pagare solo se i suoi guadagni sono altissimi, e questo avviene se si dedica al lavoro sette giorni su sette, h24, come gli ricorda il socio Robert, il finanziere senza scrupoli che interpreta il ruolo del “cattivo”.
Un romanzo che ci racconta un pezzo di America vista da un punto di vista familiare, quando la famiglia affronta drammatiche difficoltà, e che mette insieme costi per la salute, costi per l’istruzione universitaria, in un paese che fino a poco tempo fa era il padrone del mondo ma che ora la crisi sta mettendo nelle difficoltà che noi europei viviamo da anni. “Il figlio perfetto” ha forti caratteristiche autobiografiche e questo lo rende particolarmente emozionante, coinvolgente, ricco di informazioni esaurienti. Finalista ad un prestigioso premio letterario statunitense e ben recensito, qui da noi è quasi del tutto sconosciuto. Peccato!
Il figlio perfetto
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il figlio perfetto
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