Il fratello tedesco
- Autore: Chico Buarque
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2017
Con la recensione de “Il fratello tedesco” voglio rendere omaggio a un mito della mia adolescenza, che ha accompagnato con le sue canzoni i miei pomeriggi di ragazzina solitaria, illuminandoli non solo della particolare saudade della musica brasiliana, ma anche di una poesia civilmente impegnata, coraggiosa, esplicitamente contraria a ogni violenza dittatoriale: politica-ideologica-di costume.
Chico Buarque de Hollanda (Rio de Janeiro, 19 giugno 1944) non è stato solo uno dei più noti autori e interpreti della bossanova, insieme con Vinicius de Moraes, João Gilberto e Tom Jobim (come non ricordare le famosissime incisioni interpretate anche in italiano, e riproposte da Mina, Enzo Jannacci, Mia Martini, Ornella Vanoni, Fiorella Mannoia: A banda, Pedro Pedreiro, Tem mas samba, O que serà, Funeral de um lavrador…). È stato anche sceneggiatore, poeta, romanziere di successo: e proprio in quest’ultima veste verrà qui presentato. Ma prima di commentare il suo libro più recente, pubblicato da Feltrinelli, “Il fratello tedesco”, vorrei ricordare che Chico Buarque è stato ed è tuttora per il suo paese un simbolo di impegno politico contro la dittatura militare, che lo portò all’arresto nel 1968, cui fece seguito un esilio auto-imposto in Italia nel 1969. Nel nostro Paese conobbe la solidarietà e la collaborazione di molti artisti e intellettuali come Ennio Morricone, Sergio Endrigo, Sergio Bardotti, Luis Bacalov, Gianni Minà, Amilcare Rambaldi.
“Il fratello tedesco” si apre con la descrizione di un vasto e serioso appartamento di San Paolo, tappezzato di scaffali e librerie che accolgono circa ventimila volumi, capolavori di tutto lo scibile umano, in edizioni rare e antiche, provenienti da tutto il mondo. Dalle loro vissute e meditate pagine, che trattengono cenere di sigarette e polvere, sbucano velocissimi scarafaggi di ogni dimensione, insieme a biglietti del tram, liste della spesa, francobolli, cartoline.
In uno di questi tomi il protagonista Francisco, secondogenito inquieto sessualmente e intellettualmente, scopre una lettera scritta in tedesco e indirizzata a suo padre, firmata da una misteriosa Anne. La fa tradurre da un amico, scoprendo così che l’austero genitore Sergio de Hollander, stimato storico e accademico, durante un soggiorno di studio in Germania nel 1931 aveva concepito un figlio con una ragazza tedesca, che aveva poi abbandonato con il bambino, ritornando in Brasile.
La vicenda alterna quindi l’esteriorità dell’esistenza vivace del giovane (passata tra scorribande notturne, studi universitari, delusioni sentimentali, dimostrazioni politiche, visite ai bordelli, sbronze, gelosia rancorosa nei riguardi del fratello Domingos), con l’ansia filiale di confrontarsi col modello paterno, mitizzato e irraggiungibile, ma improvvisamente ridimensionato in una sfera più privata, fragile e manchevole. Francisco tenta vanamente di recuperare qualche traccia del fratellastro tedesco, in una vorticosa spirale di incontri e abboccamenti con transfughi nazisti e rifugiati ebrei, nella ricostruzione di documenti inviati da diverse ambasciate e uffici ministeriali, nel pedinamento di sconosciuti sulla base di vaghe somiglianze fotografiche: con l’unico e inconfessato intento di penetrare nell’indifferente silenzio del padre, di farsi prendere in considerazione da lui. Ma il professor Sergio de Hollander, noto intellettuale trinceratosi all’interno di una fortezza fatta di libri e scrittura, morirà rimbambito senza confessare il suo segreto: mentre intorno a lui il mondo del figlio incompreso va a pezzi sotto l’assedio di allucinazioni da LSD, incubi, rastrellamenti della polizia, esecuzioni sommarie, in un Brasile sempre più feroce e indecifrabile.
Eppure, quello che sembrava il delirio ossessivo di un giovane traumatizzato da una storia familiare e dalla tragedia politica del suo Paese, trova un’eco risolutiva nella vita reale di Chico Buarque de Hollanda, che settantenne riesce finalmente a ricomporre l’esistenza del fratellastro tedesco in un uomo abbandonato dai genitori naturali, adottato con un altro nome e morto di cancro nel 1981: inseguito per decenni e mai incontrato.
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