Il libro de Kipli
- Autore: Corrado Guzzanti
- Genere: Libri da ridere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Baldini+Castoldi
“Il Libro de Kipli” (Dalai Editore, 1997) è una raccolta di poesie scritte da Corrado Guzzanti. Il famoso attore e comico, nella trasmissione televisiva “Avanzi”, leggeva, negli anni ’90, questi componimenti in versi e altri aforismi attraverso la figura del regista Rokko Smithersons, mentre si attribuiscono gli scritti a un fantomatico autore: Kipli, poeta ottomano. Queste poesie, scritte ormai da un po’ di anni, sono ironiche, graffianti, e hanno una freschezza che le rende valide tuttora. I temi trattati sono: il razzismo, la politica, l’economia. Il testo di ogni poesia è, per un lungo incipit, rassicurante, tratta i temi così come un pubblico tranquillo, borghese, tradizionale, potrebbe accettare, poi, invece, si capovolge completamente il significato e, come scrive l’autore medesimo nella premessa:
“Checché ne dicano gli uomini della sua scorta privata, la struttura delle poesie de Kipli è di una semplicità disarmante: c’è un testo iniziale per lo più verboso e faticoso, specie a leggerselo da soli, e un capovolgimento finale che, con alterna fortuna, salva la prima parte, riuscendo a nobilitarla come preambolo o premessa”
e, sempre nella premessa, Guzzanti avvisa i lettori e racconta del “periodo ingrato” quando Kipli scriveva i bigliettini per i cioccolatini che si scambiavano gli innamorati. Lo stile ironico e derisorio arrivava, però, a essere così pungente e feroce da generare tra chi si regalava i cioccolatini, liti estreme che terminarono con la “strage di San Valentino” che finì con corpi crivellati di pallottole di cacao. È chiaro il riferimento, ironico, al massacro del 1929 compiuto dagli uomini di Al Capone. Sempre nella premessa l’autore avvisa i lettori che le poesie scritte vanno lette in dialetto romanesco o pseudo romanesco, anche se il libro, a parte un primo ciclo che fa riferimento proprio alla trasmissione televisiva Avanzi, è contaminato da coloriti slogan leghisti e, perciò, a libera lettura, “senza alcuna segnalazione glottologica”. Scorrendo le poesie ci si accorgerà che esse, pur essendo state realizzate per un preciso periodo storico e con determinati riferimenti, possono essere attualizzate e rese universali, valide per ogni contesto e ogni cultura. La politica, certa politica, con le sue manipolazioni e le sue bassezze morali, è presente in queste poesie, così come il pregiudizio nei confronti di chi è diverso da te, perché di genere, o di pelle, o per cultura. Da “Dare e avere” si riporta il testo perché dà il senso dell’intera raccolta:
“So di non aver dato molto nella mia vita/ So di non aver dato molto ai miei amici,/ ai miei fiii,/ a mi moje / ar’cane../ So di non aver dato molto nella mia vita…/ So di non aver dato molto a chi invece mi ha dato molto, /a chi mi ha amato e sorretto e aiutato./S o di non aver dato molto nella mia vita. /Ma quel poco… /lo rivorrei indietro.”
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