Il libro del riso e dell’oblio
- Autore: Milan Kundera
- Categoria: Narrativa Straniera
“Il libro del riso e dell’oblio” è una serie di racconti scritti in ceco da Milan Kundera prima di creare il proprio capolavoro “L’insostenibile leggerezza dell’essere”. Come già enunciato nel titolo, l’autore tratta dei temi della memoria e dell’oblio sempre presenti, in maniera quasi ossessiva, nella sua mente e nella sua vita, con lo sfondo di un periodo storico assolutamente infelice che porta lo scrittore a domandarsi e a ragionare su tematiche esistenziali. Il libro è diviso in sette racconti nei quali le narrazioni procedono separatamente ma sono accomunate dagli stessi temi di fondo. I fatti sono raccontati in terza persona ma l’autore si concede l’uso della prima persona nel racconto “Gli angeli”, di carattere più autobiografico rispetto agli altri e nella parte assolutamente personale dedicata al padre. Ecco, quindi, cos’è questo libro come lo definisce l’autore stesso:
“… un romanzo in forma di variazioni calamitato sul tema della lotta dell’uomo contro il potere che è poi la lotta della memoria contro l’oblio”.
Scrivere è uno stratagemma per sottrarsi alla cancellazione del passato, con tutto ciò che esso è stato e per evitare che il futuro sia offuscato, nascosto, privo di senso. Inoltre perché si cita il riso? Esso ha un significato liberatorio, è il mezzo attraverso cui recuperare la memoria. Il riso è al centro del terzo racconto, “Gli angeli”, denso dell’esperienza dell’autore in patria ai tempi del Comunismo . Lo stesso Kundera parla del riso traendo spunto dallo scritto da una scrittrice nella sua pubblicazione “Parola di donna”.
“Riso? C’è forse ancora qualcuno che si interessa al riso? Voglio dire il riso vero che non ha niente a che fare con lo scherzo, con la beffa e con il ridicolo. Riso, godimento immenso e delizioso... Dicevo a mia sorella: Dai, giochiamo al riso? All’inizio era un riso per finta. Un riso forzato, un riso ridicolo. Poi veniva il riso pieno e ci portava a un’immensa liberazione. Un riso prorompente, rinnovato, ondeggiante, esplosioni di risa magnifiche, superbe e pazze. Ridevamo all’infinito del riso del nostro riso…”.
A seconda dei racconti, i protagonisti di volta in volta cambiano ad eccezione di Tamina presente nel quarto e nel sesto racconto e dell’autore stesso che ci parla di sé in maniera autobiografica o semplicemente come colui che fa il commento alle narrazioni.
“Questo libro è un romanzo su Tamina, è un romanzo per Tamina. E’ lei il personaggio principale e il principale destinatario e tutte le altre storie sono variazioni della sua storia e si congiungono nella sua vita come in uno specchio”.
Tamina, fuggita dalla terra natia, è colei che vorrebbe portare fuori dall’oblio le lettere e i diari lasciati a Praga, che ricerca i tratti del marito scomparso nel volto di chi incontra per evitare che il suo ricordo sprofondi nell’oblio. In esso annegherà lei nel momento in cui, pur avendo una tremenda voglia di vivere, è ormai priva di punti di riferimento e non sa più dove andare. Qui è necessario citare anche il padre di Kundera. Il suo oblio è quello della parola. Tante sono le cose che vorrebbe dire ma, anziano e malato, non riesce più a ritrovare nei meandri della sua mente il modo per esprimersi in maniera compiuta.
Il libro del riso e dell’oblio è un libro dal ritmo lento, le cui pagine, a volte, vanno rilette per essere capite nel profondo. E’ l’opera di uno scrittore triste e rassegnato all’allontanamento dai luoghi familiari che, però, non accetta l’oblio.
Il libro del riso e dell'oblio
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