L’arte del romanzo di Milan Kundera

Sostiene Kundera (e il pensiero che proponiamo qui di seguito è in grado, sia pure in sintesi, di sublimarne la poetica) che:

L’uomo attraversa il presente con gli occhi bendati. Può al massimo immaginare e tentare di indovinare ciò che sta vivendo. Solo più tardi gli viene tolto il fazzoletto dagli occhi e lui, gettato uno sguardo al passato, si accorge di che cosa ha realmente vissuto e ne capisce il senso.

Milan Kundera (1 aprile 1929, Brno - 11 luglio 2023, Parigi) fu scrittore, poeta, saggista e drammaturgo. La sua opera più conosciuta, di cui esiste anche una pregevole riduzione cinematografica (The Unbearable Lightness of Being del 1988, liberamente tratta dall’omonimo romanzo kunderiano, del regista Philip Kaufman), è il romanzo L’insostenibile leggerezza dell’essere.
Grande il vuoto lasciato nel mondo della cultura dalla scomparsa recente dello scrittore naturalizzato francese il cui stile è derivato dalla commistione tra una forte sensibilità politica, riflessioni filosofiche e autobiografiche e semplici storie rese nella forma letteraria del romanzo. Kundera fu anche saggista e, da par suo, teorico del romanzo.

L’arte del romanzo, riproposto di recente da Adelphi (la traduzione è di Ena Marchi), riunisce sette testi indipendenti, scritti con l’unica finalità di indagare sulla forma letteraria del romanzo europeo e di essa, secondo le proprie vedute, fornire le variegate dimensioni.

In introduzione al libro, peraltro, Kundera precisa significativamente di non avere l’ambizione di fare della teoria e che in effetti tutto il libro non rappresenta altro che la confessione di uno che fa della pratica.
I testi, per stessa ammissione dell’autore, vengono:

Concepiti con l’idea che un giorno sarebbero stati legati gli uni agli altri in un unico libro-saggio, bilancio delle mie riflessioni sull’arte del romanzo.

Sono tutti relativamente brevi e riguardano una rosa di argomenti che vanno dal romanzo e l’Europa all’arte della composizione, dall’eredità di Cervantes alla kafkianità del quotidiano. Particolarmente intrigante è la lettura del penultimo saggio del libro, dal titolo Sessantacinque parole.
In esso, Kundera raccoglie le parole chiave che ricorrono nei suoi romanzi insieme a quelle che caratterizzano la sua particolare estetica autoriale.