Il lottatore di sumo che non diventava grosso - Eric
- Autore: Emmanuel Schmitt
- Casa editrice: E/O
- Anno di pubblicazione: 2009
Trama
Giappone. Jun è un ragazzino di quindici anni con una corporatura gracile che vaga ogni giorno per le strade di Tokyo vendendo cianfrusaglie notevolmente brutte e inutili. Non ha più il padre e la madre è un’analfabeta che, purtroppo, si prende cura di tutto quello che trova interessante e di tutte le persone che la circondano, scordandosi del proprio figlio. Jun è completamente solo al mondo: non ha degli amici, non frequenta la scuola e sembra destinato a vivere la sua vita soltanto così, in un’unica direzione, quasi fosse un fantasma.
Un bel giorno una persona si rende conto della sua esistenza: un maestro di sumo che lo vorrebbe nella sua accademia perché in lui ci vede un “grosso”. Da quell’incontro fatale per la sua esistenza, Jun imparerà l’arte di riconoscere nella propria forza il fascino e la profondità dell’immaginario, attraverso il buddismo zen. Imparerà a rispettare prima di tutto se stesso e ad amare tutto quello che lo circonda, soprattutto le belle lettere ricevute dalla madre analfabeta, prive di scrittura ma ricche di sentimento da interpretare.
Recensione
Credetemi, questo romanzo è splendido: alterna momenti toccanti, come quando legge le lettere della madre, ad altri in cui prepondera una comicità quasi irresistibile, ad esempio quando Yun ogni giorno risponde sgarbatamente al saggio e vecchio maestro prima di conoscerlo meglio. È una lettura leggera, pulita, senza grosse pretese. Non ho potuto fare a meno di notare nello scrittore francese quella capacità, che a quanto pare non è attribuibile a molti autori, di saper diffondere il proprio talento in poche righe, dando vita a un romanzo ineguagliabile. Le frasi nel suo contesto, sono semplici, quasi scomputate, concise.
“Jun, se ciò che dici non è meglio del silenzio, taci!”.
Questo libro fa parte di una “collana impercettibile” e cioè una serie di romanzi dell’autore incardinati alle religioni. Il tema di questo romanzo è il buddismo.
Se leggendolo riusciremo a sentirci come Jun e scopriremo che “il grosso” sarà in realtà “il grande” e un’istante prima della fine della lettura ci soffermeremo a riflettere sul contenuto significa che avremo compreso l’obiettivo che l’autore intendeva trasmetterci: colpirci.
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