Il mio inverno d’estate: alla scoperta di Babeque
- Autore: Simone Tinelli
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2017
“Il mio inverno d’estate: alla scoperta di Babeque” di Simone Tinelli non è solo un resoconto di un viaggio. Quella è soltanto l’apparenza, la scusa per consentire all’autore di essere ed esserci. In maniera totale. Di straripare fra gli argini di generi diversi, il diario, il resoconto di viaggio, il romanzo di formazione e quello di avventure.
Fossi stato il curatore di questo libro l’avrei reso meno barocco, meno prolisso, meno autocompiacente, meno letterariamente ingenuo, meno personale in certi casi, meno volgare in altri.
Fortunatamente Simone Tinelli è stato il curatore di sé stesso, incontenibile, coraggioso, umano a tutto tondo, di base enciclopedico e ottocentesco, a tratti coloniale e maschilista, ma per altro assolutamente moderno, nello stile e nell’approccio e in un certo slang, italiano, spagnolo, universale on the road.
Il godimento, nel seguire le sue avventure e i suoi umori, ed il corso a tratti joyciano, tortuoso e pindarico di certi pensieri e ragionamenti, si alterna alla riflessione più profonda sulla nostra condizione di esseri umani.
Era dunque necessario scrivere, questo lungo racconto, ed è necessario leggerlo? Forse non tanto quanto lo è stato, per l’autore, viverlo ma in ossequio al mio personale motto:
“meglio una parola sbagliata in più che una giusta in meno”
dico che è bene sia stato (auto)pubblicato, perché di parole giuste ne ha veramente tante, e di sorrisi, risate, pensieri, riflessioni importanti, curiosità, sesso, amore e avventura. C’è tutta la superiorità dell’essere umano, culturale, retorica, dialettica, umoristica, e anche tutta l’inferiorità, la saccenteria, la strafottenza, l’ignoranza, l’egoismo, la presunzione. Ci sono i limiti dell’uomo bianco, dei quali l’autore riesce a spogliarsi e dai quali c’è la sensazione che prenderà sempre più distanza, com’è giusto che sia in un secolo e millennio come questo presente, fino a crescere e abbandonare anche quest’altra isola che si è scelto e approdare finalmente su un continente, l’America, o l’Australia forse, delle cui cronache sarà ancora felice, e nostalgico, di leggere.
Intanto aspetto un nuovo libro, degli ultimi avvenimenti dominicani, che so essere particolarmente avventurosi ed intricati, romanzeschi e picareschi anche.
Nel mentre ho gustato alcune anticipazioni narrative: Simone Tinelli ha asciugato la sua prosa, affilato lo sguardo, la lingua e la penna: sta diventando più bravo, i suoi prossimi libri saranno diversi, migliori, più snelli, nervosi, diretti.
Intanto ci godiamo questo primo, un sostanzioso e divertente esordio, un’opera prima fresca e coraggiosa, da avere e leggere, senza dubbio.
Il mio inverno d'estate: alla scoperta di Babeque. Cronache di un emigrante in fuga dall'Italia
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