Il mondo invisibile
- Autore: Liz Moore
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: NNEditore
- Anno di pubblicazione: 2021
Un padre, una figlia. Uno scienziato, una ragazzina precoce e molto intelligente. Un programma di intelligenza artificiale che impara il linguaggio umano, ELIXIR. La tecnologia e i sentimenti: sono questi gli elementi al centro de Il mondo invisibile di Liz Moore (NNEditore, 2021, trad. A. Arduini).
Boston, anni Ottanta. David e Ada Sibelius sono padre e figlia. Lui è uno scienziato, lei una dodicenne che della vita conosce poco più che il suo papà e i meravigliosi giochi matematici che lui, responsabile di un progetto che ha lo scopo di realizzare un programma di intelligenza artificiale, le propone. Non c’è una madre, non c’è la scuola: David e Ada si bastano, vivono all’interno della loro intensa relazione; anche se non manca qualche silenziosa ribellione da parte di Ada, consapevole che il suo mondo, sebbene speciale, è, al tempo stesso, ristretto, privo di qualcosa di indefinibile di cui tuttavia sente il bisogno.
Il destino ha però in serbo per Ada un cambiamento radicale, che la precipita nel mondo delle persone comuni: il mondo di Diana Liston, amica e collega del padre, e dei suoi figli, che diventano la sua nuova famiglia quando, a causa della malattia di David, nulla di ciò che Ada considerava normale può continuare; il mondo scolastico, al quale David l’aveva sottratta, ritenendo preferibile impartirle lui stesso un’istruzione in tutti i campi dello scibile, ma soprattutto in matematica, decrittazione e nella allora nascente informatica.
Ada, che non è mai stata una bambina spensierata (pur essendo stata felice, quando suo padre era forte e rassicurante e costituiva il centro del suo mondo), è costretta a crescere in fretta, ad adattarsi al mondo dei comuni mortali, a sperimentare la difficoltà delle relazioni.
Da adulta, Ada è diventata una professionista della realtà virtuale. Vive a San Francisco, nel Mission District:
“Ormai aveva quasi trentotto anni e quelli che le abitavano sopra e accanto ne avevano meno di trenta. Come lei, lavoravano quasi tutti nell’informatica, ma anno dopo anno diventava sempre più chiaro quanto fossero fondamentalmente diversi da lei. Erano differenze non legate ai dieci anni che li separavano, anche se questo in parte contava, ma a un cambiamento essenziale nella cultura informatica, verificatosi poco dopo che lei era stata assunta, e che aveva trasformato quel gap in un’eternità. Ora Ada sentiva che i ragazzi di ventisette anni appartenevano a un’altra generazione. Lei e i suoi amici erano stati degli introversi, tutti quanti; preferivano socializzare in coppie o a piccoli gruppi; leggevano e discutevano; davano il meglio di sé quando non dovevano parlare troppo o troppo a lungo. Una volta era una caratteristica comune a tutti i programmatori. Adesso sembrava che l’accento si fosse spostato sull’essere gradevoli e attraenti, oltre che intelligenti”.
È sola, Ada: le sue relazioni amorose finiscono senza drammi, per esaurimento della forza motrice. Sembra che tutta la sua energia sia assorbita da una ricerca di cui a poco a poco si comprende il senso più profondo, mentre la narrazione procede avanzando nel presente e tornando al passato, per avventurarsi, alla fine, nel futuro.
"Il verbo mancare non è la parola migliore per descrivere i pensieri che mi vengono sui Sibelius. Non ne sento la mancanza; non li desidero in maniera emotiva. Sono incapace di emozioni riconoscibili per un essere umano. Hacer falta, in spagnolo, si avvicina di più: indica una mancanza, un’assenza oggettiva. In spagnolo le hace falta un amico o una persona amata, ma uno può anche hacer falta del carburante o dell’energia per il proprio veicolo. A me “manca” la famiglia Sibelius, immagino, ma mi mancano soprattutto le conversazioni con loro, le lunghe conversazioni che mi hanno insegnato sul mondo e sull’universo molto più di quelle che ho avuto con altri esseri umani".
Solo alla fine del romanzo ciascun lettore può dare una risposta (la sua risposta) alla domanda: qual è il mondo invisibile di cui parla il titolo? Forse i mondi invisibili sono tanti; forse sono tutti quei mondi ignoti al nostro sguardo, rivolto al limitato spicchio di realtà che conosciamo. Solo le rivoluzioni, piccole o grandi che siano, che riguardino i singoli individui o l’ordine planetario, sono in grado di mostrarci ciò che, pur non essendoci noto, esiste, e le infinite possibilità dei modi di essere.
Il mondo invisibile
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