Il navigatore. Achille Lauro una vita per mare di Achilleugenio Lauro

Da oggi 30 giugno in libreria, edito da Mondadori Electa, Il navigatore. Achille Lauro una vita per mare, la narrazione romanzata fatta da Achilleugenio Lauro, qui al suo primo romanzo, attraverso un dialogo tra nipote e nonno, della vita dell’amato Achille Lauro (Piano di Sorrento, 16 giugno 1887 – Napoli, 15 novembre 1982), armatore, politico, editore e dirigente sportivo italiano, detto il “Comandante”.

“Un cassetto spalancato. Le mani rovistano tra carte e cartelline, spostano qua e là oggetti vivi seppelliti da tempo, frammenti di giorni lontani”.

Le mani del comandante si muovono tra foto, ritagli e lettere gialle come lo zolfo contenuti nella cassettiera, vecchi testimoni di un tempo perduto. In quello squarcio polveroso d’inizio Novecento, Achille cerca il suo piccolo tesoro segreto sepolto dagli anni, sommerso da cumuli di mille memorie, un piccolo manoscritto che l’anziano desidera mostrare al nipote. “Eccolo qua! Si, è lui”. Un libro mai terminato che un giornalista tanti anni prima aveva iniziato a scrivere con protagonista la vita di Achille Lauro, quinto dei sei figli di Laura Cafiero e dell’armatore Gioacchino Lauro a sua volta armatore e fondatore della Flotta Lauro, una delle più potenti flotte italiane di tutti i tempi e tra le più importanti aziende del Sud d’Italia. Una biografia incompleta, interrotta dalla sparizione del giornalista, che ora il comandante è intenzionato a terminare complice il giovane nipote curioso di ascoltare dalla viva voce dell’avo gli episodi salienti di una vita avventurosa.

Tutto aveva avuto inizio con il veliero Navigatore, sul quale un giovane mozzo di tredici anni Achille, un nome epico che ben vestiva il suo spirito combattivo già ben delineato, era stato fatto imbarcare dal padre, armatore dello stesso veliero. Avrebbe dovuto essere quello un vero e proprio battesimo del mare, perché Achille doveva essere trattato come un mozzo, l’ultimo della ciurma, quello che svolge le mansioni più umili. Trascorsi quattro giorni da quando il Navigatore aveva lasciato il porto di New Orleans carico di canna da zucchero, il veliero, un tre alberi lungo 150 piedi, doppiate le Colonne d’Ercole intraprendeva la rotta oceanica. Achille, con il mare nel sangue, già si era abituato a quella nuova vita con tutti i suoi rituali, giacché ai primi del XX Secolo la navigazione pareva interminabile e il lento scorrere delle ore era scandito dai vari riti che si svolgevano a bordo: preghiera del mattino, recita del rosario la sera, la monta della guardia presieduta dal comandante con lo scrivano seduto alla sua destra e il resto dell’equipaggio schierato a poppavia, la scelta dei due uomini che durante la notte avrebbero sorvegliato la navigazione. Infine l’ora del rancio che su tutte le navi rappresentava la pausa sociale, non certo un pasto luculliano, almeno sul Navigatore: farina, legumi e pesce essiccato costituivano la dieta di bordo accompagnata, a volte la sera, da un goccio di rosolio. Un’esperienza fondamentale per il giovane Achille, che imparava la durezza e insieme il fascino della vita di mare lontano dai suoi affetti. Ovviamente la nostalgia di casa era sempre più struggente, ma l’orgoglio di Achille non avrebbe mai permesso a quei sentimenti di manifestarsi. Seduto su una gomena di poppavia, lo sguardo diretto sull’orizzonte dove il sole stava calando, il mozzo cercava disperatamente un punto di riferimento,

“un gabbiano, un bastimento, un vapore, un veliero, un pezzo di legno, qualsiasi cosa di galleggiante che promettesse l’approdo al porto d’arrivo”.

Esaltante l’avventura della vita di ’O Comandante, divisa tra la Flotta Lauro, la politica, Sindaco di Napoli negli anni Cinquanta e Sessanta più volte discusso quanto amato, deputato e capogruppo alla Camera, editore del quotidiano napoletano Roma, storico Presidente del Napoli Calcio e anche produttore cinematografico. L’autore, nato a Napoli nel 1954, da sempre affascinato dalle imprese del nonno, compone quasi un secolo di storia d’Italia al centro del quale si staglia Achille Lauro, che seppe navigare anche nei mari più tempestosi.

“Mamma mia, nonno, ma veramente ti è capitato tutto questo?”