Il nido
- Autore: Tim Winton
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2017
Il Mirador, una costruzione di oltre dieci piani, un insieme di appartamenti tutti uno uguale all’altro, nell’area occidentale di Perth, proprio davanti al porto di Fremantle, in Australia occidentale, è il luogo in cui hanno inizio e si svolgono molte tra le vicende de “Il nido”, di Tim Winton, edito da Fazi a gennaio 2017.
La storia si apre proprio in uno di quegli appartamenti, abitato da Tom Keely, ambientalista molto conosciuto ma ora senza lavoro e senza risorse finanziarie. A ciò si aggiunga il fatto che Tom ha dovuto rinunciare anche alla moglie perché non tutto nei matrimoni fila liscio e così avviene anche nel suo in cui, accanto alla consorte, s’insinua la figura di un collega di lavoro che alimenta in lei quel desiderio di maternità da Keely per lungo tempo eluso.
Tom è quindi ormai solo ma così orgoglioso da non voler chiedere aiuti alla madre, donna saggia, equilibrata e soprattutto ancora attiva nonostante la non più giovane età. Vive al Mirador e il suo futuro appare assai incerto: si limita ad “andare avanti giorno dopo giorno” soffocando ansie e malinconie con forti dosi di liquori, antidolorifici e sedativi. Che cosa cambierà la sua vita?
L’unico, tra gli abitanti del grande palazzo, ad attirare l’attenzione dell’uomo è un bambino biondo, magro, indifeso, di circa cinque o sei anni e soprattutto molto, molto solo. Tom lo vede più volte sporgersi pericolosamente dal terrazzo
“Keely non osava staccargli gli occhi di dosso. Terrorizzato che un suo movimento, un balzo, un grido, potessero spaventarlo in modo fatale...”
Nell’appartamento dove vive il bambino, c’è anche una donna ma lei sembra incurante del rischio che corre il piccolo. Ma, in fondo, che importa? Si tratta della loro vita e lui non ha da intromettersi se non fosse che…
“Qualcuno bussò alla porta…
«Mi ci è voluto un po’» continuò la donna. «Ma lo sapevo che eri tu. Non ti ricordi?»
«Prego»
«Blackboy Crescent, disse lei. Pensavo ti ricordassi»
«Mi ricordo di Blackboy Crescent»
«Ma non di me»”
Tom è colto di sorpresa ma finalmente torna indietro con la mente: quella donna è Gemma, amica d’infanzia e ora lui ne ravvisa i tratti. Ha un bel bambino ma lui non è suo figlio, è suo nipote. Negli anni in cui i due si erano persi di vista, Gemma aveva percorso anni vita a gran velocità, ritrovandosi giovanissima mamma e, allo stesso modo, nonna di quell’angioletto biondo, Kai, del quale si deve prendere cura perché la mamma di Kai, sua figlia, è in carcere per droga.
L’amicizia fra Keely e Gemma si fa più stretta e ruota sempre intorno al fragile, problematico ma anche molto intelligente Kai che la giovane nonna difende come una tigre e al quale anche il protagonista pare affezionarsi particolarmente. In virtù dell’amicizia e del nuovo affetto che va stringendo con Gemma e Kai, Tom, messo in ginocchio anche fisicamente dalla sua recente caduta in disgrazia, cerca di riprendersi e sta, giorno dopo giorno, accanto a nonna e nipote che debbono sfuggire a minacce e pericoli dovuti ai contatti con persone senza scrupoli con cui la figlia, seppur in carcere, ha mantenuto.
Questa è una storia fatta di debolezze, miserie, solitudini ma anche di speranza di riscatto, di desiderio di un futuro migliore. Verso il finale del libro l’autore ci racconta anche di momenti drammatici in cui gli adulti si vedono costretti a non aver tanti scrupoli ma solo per proteggere il piccolo Kai che ogni giorno pare affezionarsi sempre più a Tom. Lui rappresenta il presente, il futuro e, con il suo sguardo innocente smuove, intenerisce e cattura l’affetto di chi gli è vicino. Il romanzo termina con un barlume di speranza che s’affaccia alle vite pregne d’amarezza dei protagonisti. Il finale comunque è aperto. Non si può dire “…e vissero felici e contenti” perché ancora tanti forse e tante asperità si debbono superare. L’unica cosa importante è garantire un futuro sereno al piccolo e questa dura prova è almeno parzialmente superata da Gemma e Tom. E allora forse la vita ripagherà anche loro.
Il romanzo, abbastanza lungo e impegnativo, si rivela molto umano. Tim Winton ci fa conoscere due personaggi capaci di costruire un nido attorno a quella creaturina indifesa. Non è facile con le poche forze loro rimaste ma, a volte, un po’ la disperazione, ma tanto l’amore, aiutano.
Il nido
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