Il pianeta gemello
- Autore: Maria Antonietta Casì
- Anno di pubblicazione: 2011
“Il pianeta gemello” - Editrice UNI SERVICE, Trento, 2011 - si inquadra nell’ambito dell’amplissima problematica che focalizza l’attenzione sulla relazione tra difesa della mente, protezione della natura e dell’ambiente. E’ perciò da intendersi come una proposta educativa che utilizza la narrazione sul versante della favola allo scopo di risvegliare le risorse mitico-simboliche di bambini e di adulti.
Favola o fiaba, visione o racconto? Sicuramente questa scrittura ha un po’ dell’uno e un po’ dell’altro: evoca certi fascinosi aspetti edenici per la profonda e delicata esuberanza di immagini e lega i fallimenti del presente con la forza di una vita rinnovata, richiedendo al lettore attenzione e partecipazione. Il titolo dato al libro è una metafora umanistica indubbiamente, ma ha delle affinità con recenti scoperte scientifiche. Ad ogni modo, sicuramente è, senza alcuna enfasi, la riscrittura della storia dell’uomo in una tensione di liberazione. Le competenze psico-sociologiche e biologiche si decantano nell’invenzione attraverso cui l’autrice esprime la fiducia in un mondo nuovo, sottratto alla devastazione ecologica. La scrittura è così tutta passione, stimola percezioni sensoriali (e non solo per gli scenari dell’azione ma anche per le undici illustrazioni che lo impreziosiscono: prodotte dalla stessa scrittrice mostrano bei colori quasi onirici che esprimono la vita desiderata) e appare animata da un desiderio di verità raccontato negli undici succosi capitoletti che compongono l’operetta e che ci accompagnano con una forte volontà progettuale lungo le strade buie del nostro tempo.
L’intento è chiaro: bisogna promuovere forme e atteggiamenti responsabili verso la vita, in contrapposizione a quelle rozze prese dai media, dalla pubblicità, dai vari serial televisivi, tipo telenovela. Non a caso nella dedica, manifestamente pedagogica, si dice che essa è rivolta a tutti i bambini che vorrebbero raccontare questa storia agli adulti. Come a dire che l’infanzia è una fonte di creatività in grado di parlare di rinascita e di amore per la vita secondo un sistema valoriale ampio. La fiducia nel cambiamento viene perciò riposta nel ricambio generazionale, essendo i giovani esenti dal “virus” del conservatorismo e capaci, quindi, di fecondare la cultura dell’alternativa in cui sono operanti tolleranza e generosità, semplicità e cooperazione.
L’architettura è fondata sull’ “escamotage” del viaggio di una ragazzina chiamata Lillith in un pianeta analogo a quello abitato da noi terrestri e da lei raggiunto con una macchina volante capace di attraversare la “Porta del tempo”. Protagonista dunque una ragazzina che oserei definire per molti aspetti “antropologa”, dato che, sia pure involontariamente, scopre l’esistenza di una singolare civiltà di elevata spiritualità. E a questa istanza va ricondotto il senso del viaggio compiuto dalla ragazzina, grazie all’azione svolta dagli abitanti di un altro pianeta. Un mondo fatto di cose in tutto simili al nostro, due realtà tanto parallele da rispecchiarsi l’una con l’altra, ma senza la presenza di pulsioni aggressive. E questo mi pare il segno che Maria Antonietta Casì traccia nelle sue pagine, consegnandoci con una scrittura discorsiva e scorrevole la sua riflessione morale e la necessità di reinventare, creare, vedere al di là dell’opaca quotidianità. Il libro è accattivante e utile, tiene sveglia l’attenzione e, cosa non irrilevante, rinnova il piacere di leggere.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il pianeta gemello
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