Il potere dei realisti
- Autore: Gianfranco Damico
- Genere: Autostima, motivazione e pensiero positivo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2018
“Perché l’ottimismo non basta per farsi strada” è il sottotitolo di copertina di Il Potere dei realisti , un libro che si propone di indicare il percorso per ottenere il meglio dalla realtà che ci circonda.
Occorre partire dalla definizione di realtà. Si pensa comunemente che la maggior parte delle persone siano realisti, ma può accadere che un evento straordinario stravolga la realtà e questo non lo si mette in conto. Vi è una tensione interna diretta a pensare che qualcosa può mutare, un qualcosa che appare insito e connaturato nell’essere umano.
Si è realisti in base ad una qualche realtà che nel libro si cerca di definire. Ma in realtà non si sa cosa sia la realtà. Si conosce quello che si ha intorno, ma occorrerebbe avere la capacità di definirla oggettivamente. Per essere reale una cosa deve avere una sua oggettualità, deve essere qualcosa che condividiamo tutti, ma è su questo punto che nascono le divergenze. Uno stessa cosa, oggetto o luogo è diversamente definita da ognuno che pone l’attenzione su un particolare e diverso aspetto della stessa cosa che tutti insieme si osserva.
La realtà oggettiva si viene pertanto presto a scomporsi nell’analisi dei particolari. Tra di noi e la realtà vi è sempre una serie di filtri soggettivi in cui vi sono le cose in cui crediamo, i nostri valori, le nostre esperienze ed anche degli aspetti neurofisiologici. Alcuni aspetti della natura e della realtà non si riescono infatti a vedere per limiti naturali.
Nella Storia della Filosofia, sino ad un certo punto si è indagato sulla verità ma da Kant in poi si è affermato il principio per cui non si può dire niente della realtà esterna. Kant la chiama “Noumeno”. Si ha invece sempre un rapporto con il “Fenomeno”, cioè con come quella realtà appare a noi. In questa visione, la realtà è quella che possiamo esperire con i nostri sensi, attraverso la nostra fisicità o corporeità.
Molta gente, contrariamente a quanto si pensa comunemente, è poco realista e si affida ad idee assolute e preconcette, che sono come un atto di fede non solo in senso strettamente religioso. Queste convinzioni peraltro non appaiono contestabili non ponendosi in opposizione con l’essere realisti.
Realisti vuol dire non perdere mai il contatto con le risposte che ti da la realtà perché si deve vivere al suo interno. Bertrand Russell diceva appunto “Tutta la vita a risolvere problemi” in quanto da quando si nasce si devono risolvere problemi, il primo dei quali è stato per centinaia di anni la sopravvivenza.
Ai nostri giorni vi è invece in prevalenza il problema dell’affermazione di noi stessi, cioè di trovare una misura nel nostro rapporto con la realtà per cui ci si ritiene persone realizzate. Ma per fare questo dobbiamo risolvere problemi e raggiungere obbiettivi attraverso l’utilizzo delle nostre categorie mentali ( idee, metodologie). Si costruiscono mappe di questa realtà che servono ad orientarsi, a raggiungere una destinazione ed evitare incidenti. Se questa mappa è fatta bene, non se la mappa è vera perché non lo sarà mai e questo perché tutte le informazioni non saranno a noi disponibili nella loro completezza. E poi quando noi finalmente avremo ben fotografato la realtà questa si diverte a mutare. La mappa deve essere funzionale, deve servirci a guidarci in questo percorso fino a raggiungere quello che ci sta a cuore.
Occorre esercitare il “potere dei realisti” vivendo in pienezza ed in questo libro,si indicano i percorsi riallacciandosi agli insegnamenti delle neuroscienze, della psicologia e della filosofia.
Il potere dei realisti. Perché l' ottimismo non basta per farsi strada
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