Il pozzo più profondo. Le indagini dell’ispettore Soriano
- Autore: Giuseppe Tramontana
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2017
La trama iniziale de “Il pozzo più profondo. Le indagini dell’ispettore Soriano” di Giuseppe Tramontana sembra non appartenere ad un classico giallo. Il racconto di una pagina amara del dicembre del 1943, la deportazione degli ebrei, e successivamente le uccisioni di oppositori politici, partigiani a Padova, città che per la presenza delle filiali delle maggiori case italiane di autovetture non avrebbe mai dovuto essere bombardata. Il male, la malvagità dell’uomo, la sua parte più oscura, in modi e forme diverse, torna ciclicamente a ricordarci quanto l’uomo sfugga da se stesso e dalla sua umanità. Vicende, drammaticamente diverse, in qualche modo collegate alla tragicità del racconto con il quale si apre il libro, vedranno il nostro ispettore impegnato notte e giorno su più fronti e le sue indagini ci condurranno a profonde riflessioni sull’umanità.
“La vita si nutre spesso di casualità, circostanze fortuite, scelte istantanee, imponderabili e irrazionali. Come la storia dei ragazzi e del vecchio professore e della sua famiglia sterminata ad Auschwitz avevano qualcosa in comune. L’atrocità”.
È la frase cardine che lega l’orrore della storia con la crudeltà della cronaca nera, vicende nelle quali l’autore Giuseppe Tramontana, siciliano, insegnante, scrittore di saggistica storica, fa entrare in scena più personaggi con le loro domande e le loro introspezioni.
In un ottobre ancora caldo nel comune di Acri, un’auto è precipitata in una scarpata e all’interno vi è il corpo senza vita del giovane Damiano Zagallo, il figlio del boss di quella parte di Sicilia che si affaccia sul mare guardando all’orizzonte. L’indagine nei primi momenti sembra essere di facile soluzione. Per l’ispettore Ninni Soriano, siciliano della Sicilia fredda, quella interna dove in inverno c’è la neve e le temperature sono molto basse, sposato con Agata, maestra appassionata del suo lavoro, donna intelligente e comprensiva, l’indagine prenderà subito un’altra piega. È un uomo che ama leggere, è incuriosito dagli studi di filosofia, un poliziotto incorruttibile, pensoso e riflessivo sul lavoro come nella sua vita privata. Ama attendere l’alba guardando fuori dal terrazzino di casa, accendersi una sigaretta seduto sulla sdraio con lo sguardo rivolto verso il mare, immobile e scuro. La prima luce mattutina, i pescherecci e le lampare tra cortine di vapori e nebbie vicine al porto. Gli era sempre piaciuto quello spettacolo. Un rapimento che gli lasciava dentro un tumulto di pensieri e sentimenti. Era proprio allora che cominciava a rimuginare su alcune questioni aperte, il suo lavoro e il circolo letterario che frequentava con costanza. I libri, la passione per la filosofia e la poesia che riteneva mistero e sentimento. Nessun poliziotto amava la letteratura come l’ispettore.
“Cosa sarebbero Parigi senza Zola o Balzac o Flaubert, la Spagna senza Hemingway o Garcia Lorca? E la Grecia senza Omero, Sofocle e Tucidide? Cosa sarebbe San Pietroburgo senza Cechov e Dostoevskij o Dublino senza Joyce. La vita, così penso io, l’attraversiamo e i libri ci fanno da guida, ci possiedono meglio”.
Il giovane Damiano Zagallo non era un mafioso di quelli che, tra la gente, si riconoscono al volo: era laureato in Economia con un forte interesse per la politica, viveva per conto suo in una casa in affitto e non aveva a che fare per niente con la sua famiglia di origine. Né alcol né droga, nessuna ferita particolare era stata riscontrata sul corpo. Forse un sabotaggio all’auto, e perché? Qualche settimana prima era scomparso un altro ragazzo, Emanuele, e di lui non si era saputo più nulla. Lavorava come contabile in una autofficina ed era un grande tifoso di calcio. I due fatti potevano essere collegati? Per il nostro ispettore tutto è possibile perché, come amava ripetere ai colleghi, ci sono sempre due tipi di verità, quella banale e quella profonda. Scoprirà il lavoro giornalistico di Damiano con i suoi articoli sulla Palestina, sulla Siria, sulla politica locale e sul governo. Un bravo ragazzo come poteva essere Aurelio, suo figlio. Le indagini giungeranno in breve tempo ad un altro fatto di sangue avvenuto nella stessa zona trent’anni prima. Un grande albero abbattuto nascondeva una buca con all’interno un cadavere: l’uomo dell’ulivo doveva avere meno di trent’anni ed era stato ucciso con un colpo alla nuca.
Un caso sempre più avvincente per il nostro ispettore Soriano, che dovrà dipanare il silenzio del passato e del presente, guardare nell’animo di persone insospettabili e affrontare numerosi pregiudizi. “Il pozzo più profondo” è una storia molto suggestiva e attuale. Consigliato.
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