Il richiamo della notte di David Pirie

Dopo "Gli occhi della paziente", questo è il secondo romanzo che ha come protagonista il futuro creatore di Sherlock Holmes, il giovane Arthur Conan Doyle, che accompagna l’insigne medico, dottor Joseph Bell, in qualità di suo assistente, nei meandri fumosi e pericolosi dei bassifondi di Edimburgo, in un’indagine che li porterà fino a Londra e proseguirà negli anni a venire, portandoli a confrontarsi con un perfido e amorale genio del male.

A seguito di numerose aggressioni da parte di un misterioso personaggio che avvelena giovani donne, scelte fra le prostitute di periferia e le studentesse che accedono con difficoltà alle lezioni della facoltà di medicina della prestigiosa università di Edimburgo, fino a poco tempo prima tempio esclusivo riservato ai soli uomini, il dottor Bell decide di investigare su tali avvenimenti, utilizzando il suo famoso metodo deduttivo, che verrà poi reso celebre, anni dopo, nelle avventure letterarie di Sherlock Holmes.

Ambienti loschi e malfamati si intrecciano ad interni borghesi, le aule della facoltà di medicina e i fumosi pub, i salotti dei sordidi bordelli e le angoscianti pareti delle fumerie d’oppio: Pirie ci porta con mano ferma nei disagevoli percorsi dell’indagine, ci mette a nudo il suo protagonista, ce lo fa sentire vicino, mentre ci racconta dei suoi sentimenti, della sua disperazione e della sua difficile vita.
Straordinaria la sua capacità di avvicinarsi a Conan Doyle e restituircelo vibrante e profondamente umano.
I suoi romanzi vengono abitualmente definiti romanzi "gotici", ma io direi che il suo maggior pregio sta nella sua abilità di mescolare storia e finzione nel presentarci con spietata sincerità l’ipocrito mondo vittoriano, con le sue falsità e i suoi miti, la sua morale stantia e la totale indifferenza verso i più miserabili e bisognosi.