Il ritorno. A piedi da Milano a Bonaria
- Autore: Antonello Menne
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2022
Scrive Josè Saramago che "Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre". È ciò che Antonello Menne, avvocato in Milano ma sardo di Orotelli, in provincia di Nuoro, anche stavolta da camminante che non smette di stupirsi, ha fatto viaggiando a piedi da Milano a Cagliari. Il titolo alquanto significativo che contraddistingue il suo ultimo libro Il ritorno. A piedi da Milano a Bonaria, edito da Primiceri editore (Padova), nel mese di aprile (2022), fa appunto riferimento al cammino compiuto da Menne in compagnia di altri pellegrini, da Milano dove il nostro abita e lavora, alla basilica di N.S. di Bonaria a Cagliari, in terra di Sardegna dunque, dopo aver attraversato gli Appennini e la Corsica, nell’Agosto del 2020.
Il progetto complessivo viene messo a punto dall’autore del libro in piena pandemia e prevede un insieme non strutturato di tappe studiato solo nelle parti in cui si trattava di tenere conto delle restrizioni indotte dal Covid e delle possibili varianti di percorso in Corsica. Niente di organizzato o segnalato, se non quell’avvertita esigenza che ognuno di noi matura dentro di se man mano che passano gli anni,
“del ritorno al “piccolo borgo”, alla via dove da ragazzo scorrazzavi con i compagni di quartiere, tra cani randagi, lucertole e gatti selvatici.”
Come Thoreau quando scrive che "Dovremmo tornare a casa da avventure, pericoli e scoperte ogni giorno con una nuova esperienza e carattere", Menne sperimenta il suo retourner toccando le pietre e accarezzando il fieno "per provare quel senso di protezione che mi porto dietro da ragazzo", rinascendo, rimettendosi in discussione e allontanando "tutto il peso ingombrante del proprio ego". Tappe salienti di questo ritorno sono Pavia, Pontremoli, La Spezia, Savona, Bastia, Porto Vecchio, Bonifacio e dunque, in terra sarda, Olbia, il Santuario di N.S. Annunziata di Bitti, Nuoro, Nuoro Monte Ortobene, Orotelli, Sedilo, Fordongianus, Sanluri, Cagliari N.S. di Bonaria.
L’emozionato ed emozionante racconto sembra rappresentare per l’autore qualcosa di molto simile alla conclusione di un processo circolare iniziato con il cammino di Santiago (così ben raccontato nel primo libro del barbaricino, Ti mancherà) e proseguito con la narrazione delle ulteriori esperienze di cammino contenute nei successivi volumi Tanta vita e Da Roma a Gerusalemme).
"Sì, è arrivato il momento di tornare alla mia terra", scrive Menne, "di riassaporare il senso di un lungo Cammino e dire grazie al luogo che, con un profondo sentimento d’irrequietezza e di ricerca dell’ altrove, mi ha introdotto alla vita con radici solide e, ancora oggi, cariche di sentimento."
E ancora:
"Allora, cosa mi resta da fare dopo Gerusalemme? Mi resta da fare tanto. Per ora tornare alla fonte dei miei passi, alla mia terra natia, per scoprire se le emozioni e gli insegnamenti delle tre peregrinationes medievali hanno radici profonde e durature."
Si distinguono tra le pagine interrogativi e scambi di idee tra l’autore e suo figlio, considerazioni sulla fragilità dei rapporti umani, tra restrizioni e distanziamenti, ai tempi del Covid, il ricordo degli episodi gioiosi per la sincera accoglienza ricevuta durante il cammino (tra gli altri, l’incontro con la famigliola di Cella di Noceto di cui fa parte Miriam, bimba speciale dotata della forza di una fede pura, e quello con Arturo, hospitalero innamorato della via Francigena a Cassio, in provincia di Parma). Come non scorgere in quest’ultimo lavoro del camminante Menne i (quasi omerici) caratteri propri di un “ritorno a casa” pressoché necessario quando veramente si desideri riscoprire la propria più intima identità, rifugiarsi nelle sue pieghe di “porto sicuro”, riflettere sul posto che tale particolarissima “appartenenza” occupa nell’ordine delle cose della propria vita? Come non continuare ad apprezzare il legame fortissimo mantenuto dall’autore con il Cammino (dunque, nel concreto, con la terra e l’ambiente e soprattutto con le persone) per non rinunciare alla propria più profonda essenza umana?
Il ritorno. A piedi da Milano a Bonaria
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