Il segreto della libreria sempre aperta di Robin Sloan

“Tutti i più importanti segreti del mondo si trovano sotto il nostro naso.”

Chiunque sia affascinato dai libri e dai misteri troverà nel romanzo di Robin Sloane un rompicapo letterario divertente e ben scritto, in grado di tenere accesa l’attenzione fino all’ultima pagina. Il segreto della libreria sempre aperta (Corbaccio 2013) racconta una storia che affonda nel passato pur essendo proiettata nel futuro e che entra nel labirintico mondo dei geni di Google per metterli a contatto con enigmi vecchi di secoli.

Il protagonista Clay Jannon, web designer di San Francisco, è una vittima della crisi economica che ha colpito tutti i settori, compreso il suo. In cerca di un nuovo lavoro, si imbatte in una curiosa libreria cittadina che non prevede un orario di chiusura e viene assunto per coprire il turno di notte. Un luogo bizzarro, certo, ma i segreti che nasconde sono più di quelli che Clay sospetta: i clienti sembrano interessati a consultare i volumi più che ad acquistarli e alcuni testi sono scritti in codice; per non parlare del proprietario, il signor Penumbra, che appartiene a una setta antica e misteriosa ossessionata dalla vita eterna e che sparisce senza dire nulla. Clay si trova a esplorare un mondo sotterraneo legato alla storia della tipografia, e riuscirà nell’impresa di unire tradizione e tecnologia: con l’aiuto di un’affascinante cervellona di Google, il mistero custodito dalla libreria sempre aperta verrà poco a poco alla luce.

Robin Sloane, giovane ex manager di Twitter, ha uno stile vivace, ironico e cinematografico ed è abile a intessere una trama in cui si mescolano amore e ricerca, curiosità e pericolo, puntando sul piacere della sfida mentale piuttosto che sull’azione. Scritto in prima persona e al tempo presente, il romanzo scivola via veloce, anche se richiede una certa attenzione per non perdersi tra i riferimenti tecnologici che abbondano nelle pagine. La scelta di far convivere il mondo di internet con quello di Aldo Manuzio e di Griffo Gerritszoon è forse il tratto più originale dell’opera, che si rivela una novità nel panorama letterario contemporaneo. L’autore crea un protagonista simpatico e curioso e si diverte a infarcire il libro di allusioni ai recenti successi letterari, soprattutto fantasy, affrontando in modo intelligente il rapporto tra la tradizione e la modernità. Il finale è forse un po’ scontato, ma non compromette il piacere della lettura.